A-Focus, nuovo appuntamento, nuovo ospite: dopo l’intervista di Ivan Maccagno, oggi facciamo la conoscenza di Marco Lorenzetto, classe 1974.

Quale è il tuo genere fotografico preferito/ di quale genere fotografico ti occupi?

Travel, street, naturalistica, che amo maggiormente, paesaggistica, notturna.

Amo viaggiare e la fotografia è il modo più naturale per raccontare e trasmettere qualcosa di luoghi, culture, animali, persone lontane e diverse da noi.

Ne viene da sé che raccontare un contesto in funzione dei posti in cui ti trovi ti consente di spaziare tra i vari generi fotografici.

È un insieme di tipologie e tecniche che nel tempo studi, raffini e sperimenti con l’obiettivo di trasmettere meglio che puoi quello che il tuo occhio vede e ciò che il tuo cuore sente in quel momento o in quel posto unico.

Ci racconti il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

I primi ricordi legati alla fotografia svelano, ahimè, la mia età.

Sicuramente vanno ad una delle prime Polaroid, un marchio che è diventato sinonimo di una tecnologia istantanea.

Successivamente, sempre da bambino, sono passato ad una Kodak Ektra 12 che mi accompagnò nelle prime gite scolastiche.

I primi ricordi “seri” vanno poi a mio Zio, appassionato all’epoca di fotografia, ed alle sue sessioni in camera oscura nello sviluppare rullini B/N.

Momenti che ancora oggi ricordo con affetto.

Penso di dovere a lui l’inizio della vera passione per la fotografia.

Marco Lorenzetto, Friends

Quale artista ti ha ispirato di più o a quale artista ti ispiri in questo momento?

Steve McCurry, un nome forse quasi scontato per il mio genere.

Più che un’ispirazione è un artista alle cui opere mi sento molto vicino ed in cui mi ritrovo molto come stile: nel modo in cui scatta e nel modo in cui racconta (si, perché un fotografo “racconta”!).

Le sue opere parlano anche di lui, di uno stile di vita che è riuscito a far diventare una professione di successo e che per me rimarrà, ahimè, solo un delle mie tante passioni, chapeau!

Lo scatto/opera realizzata che ti ha dato maggiore soddisfazione?

Dovrei dire quella che devo ancora scattare.

Essere critici con sé stessi, al di là dei complimenti che gli amici ti possano fare, è una delle regole che impari per prime.

Scatta, guarda e scarta, prendi quello che è rimasto e fallo ancora ed ancora fino a che, si spera, ti rimarrà una foto sola: la più bella e tecnicamente migliore.

Nelle foto di strada contano sicuramente molto la situazione e l’occhio che sappia “vederle e coglierle”.

Si tratta di momenti in cui le capacità tecniche e l’attrezzatura sono solo un “plus” che ti permette di esaltarle nel modo migliore.

Diverso quando, invece, si esce con un preciso obiettivo, porti a casa lo scatto e nel guardare il lavoro fatto trovi sempre qualcosa che, con il senno di poi, potevi fare meglio.

Osservo in giro scatti di bravissimi fotografi, anche non professionisti, i cui risultati, come in un tremendo girone dell’inferno Dantesco, ti fanno sempre pensare che il tuo scatto non è all’altezza di essere pubblicato in confronto a quelli e allora riparti a studiare le tecniche.

Poi, passato un po’ di tempo, riprendi in mano un book di viaggio, sfogli le foto, e capisci che se inizi a sentire profumi ed emozioni nel guardarle, quelli erano gli scatti che volevi!

Dovrei forse prenderne una da ogni book come la copertina di un viaggio:

  • Lo sguardo del Leone in Africa che ti fissa
  • L’espressione felice di un bambino in Madagascar
  • La sofferenza nel viso di chi lotta ogni giorno per portare a casa un po’ di pane

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

Marco Lorenzetto, Eyes

Una decina di anni fa mi sono preso un periodo sabatico dal punto di vista tecnologico.

Erano gli anni in cui iniziava ad esplodere il digitale e vendetti quindi tutto il mio corredo 35mm che ancora aveva un valore, per passare a delle “compatte digitali“.

Orrore diranno i più!

Purtroppo le reflex in quegli anni erano ancora economicamente irraggiungibili o di qualità non proprio ottima.

Quindi, anche per agevolare scatti in certi contesti mondiali in cui faceva comodo “non apparire troppo“, ho utilizzato quelle e devo dire con gran soddisfazione.

Certo mi mancarono tante cose, soprattutto gli zoom, ma ho saputo spingerle al massimo arrivando anche a modificarne il software interno per ottenere funzionalità aggiuntive, possibilità di creare script e tante altre cose fino a che la passione ha incontrato limiti tecnici invalicabili per quelle “piccolette”.

Fortunatamente, nel frattempo la tecnologia aveva fatto enormi passi in avanti raggiungendo livelli superlativi.

Sono quindi passato ad una APS-C, Canon 80d, e da lì ho progressivamente rafforzato il mio corredo.

Grazie anche a qualche premio vinto ai concorsi, oggi utilizzo una Canon EOS R6 con ottiche:

  • EF 16-35 F 2.8L II IS
  • EF 100-400mm f/4.5-5.6 L IS USM II
  • EF-S 18-135 mm f/3.5-5.6 IS
  • Samyang 14mm f 2,8
  • Extender Canon 2x II
  • Set di filtri NISI

Che consiglio daresti a chi si affaccia oggi per la prima volta al mondo della fotografia?

Stellata San Martino di Castrozza

Il consiglio migliore è di non concentrarsi subito sull’attrezzatura cercando di capire quale sia la più bella.

Certamente conta, ma la tecnologia è nulla se non c’è l’occhio e l’artista dietro ad un obiettivo.

Poi segue la capacità tecnica e la conoscenza dell’apparecchio, delle sue capacità, limiti e caratteristiche.

Conosco fotografi a rischio di divorzio, si scherza ovviamente, per gli scatti delle mogli che, con la loro piccola compatta, dimostrano un’innata capacità di cogliere situazioni, proporzioni e composizione dell’inquadratura.

Ognuno può essere più o meno predisposto ma bisogna osservare tanto.

Non solo quello che ci circonda per trovare lo scatto che ci piace, ma soprattutto il lavoro dei tanti fotografi che ci sono in giro sia professionisti che appassionati.

Guardare i loro scatti con l’ammirazione e la curiosità di chiedersi “come ha fatto“.

Sarà il tuo stimolo per studiarne le tecniche e su questo la “grande rete” aiuta molto vista l’abbondanza di tutorial

Ti guiderà inoltre nella scelta dell’attrezzatura più adatta a te.

Prima capisci te stesso!

Dimmi che foto fai e ti dirò l’attrezzatura che avrai“: questo potrebbe essere il motto per un esordiente ed è fondamentalmente la risposta che spesso viene data a chi, sui social, chiede consigli su quale macchina comprare per affacciarsi a questo mondo.

Direi di non farsi trainare dai messaggi che commercialmente portano ad esaltare, come in una competizione, la macchina che ha più megapixel rispetto ad un’altra.

Chi inizia adesso ha davanti a sé una passione bellissima che, grazie alla tecnologia, permette un approccio ed un apprendimento più facile e sicuramente più economico di quando iniziai io e lo scatto, di cui vedevi il risultato solo giorni dopo con ansia crescente, “costava”.


Selfportrait Marco Lorenzetto

Puoi trovare Marco Lorenzetto su:

Instagram

Continua a seguirci, la prossima intervista potrebbe essere la tua!

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