Indigena de la clas ricaFrancisco Van Camp – Manila, Calle de la Escolta, quartiere di Binondo, un giorno qualsiasi del 1875.

Qualche tempo fa c’è stata una brutta annata in campagna così ho lasciato la casa dei genitori e sono venuto a lavorare a Manila.

Per un paio di anni ho fatto le pulizie per il signor Albert Honnis, un fotografo inglese che si era stabilito nelle Filippine, per conto di una società che commerciava zucchero.

Quando è morto, l’anno scorso, il signor Francisco van Camp, di origine olandese, anche lui fotografo, acquistò lo studio.

Io sono ignorante, non sono andato a scuola, non conosco la città, il mondo, la vita.

Francisco_van_camp_portrait

Però il vecchio cieco, che mi ha affittato un letto nella sua casa, mi ha raccontato che le fotografie sono una specie di disegno, delle persone o dei paesaggi, fatto con quelle scatole di legno che stanno sopra un treppiede, sempre di legno.

Non mi ha saputo dire cosa succede là dentro, però è così.

Ieri il mio nuovo padrone mi ha detto di pulire tutto per bene perché sarebbe venuta una signora per farsi fare un ritratto.

Nello studio venivano spesso uomini e donne, soli o in coppia, spagnoli e non, per farsi ritrarre dal padrone, ma quando stamattina la signora è arrivata sono rimasto senza fiato dalla sua bellezza.

Il signor van Camp l’ha fatta accomodare sulla sedia al centro dello studio, dove arriva maggiore luce.

Lei si è sistemata bene la grande gonna, un’aggiustata ai lunghi capelli neri, lasciati liberi sulle spalle, e un’altra alla sottile collana d’oro al collo, il ventaglio semiaperto tra le mani.

Poi il padrone aveva trafficato con la sua grande macchina fotografica e io ero stato tutto il tempo dietro a lui.

Abbastanza lontano da non dare fastidio, ma abbastanza vicino da non perdermi lo spettacolo della bellezza che avevo davanti.

Il mio cuore aveva preso uno strano battito, forse mi stavo innamorando, non lo so, non era mai successo prima.

Stasera ho raccontato tutto al vecchio, che mi ha spiegato che quella donna era una “mestiza de sangley”.

Mestiza-de-Sangley-Van-Camp

Una meticcia… e ho subito pensato alle “tante razze miste” che vivevano nelle Filippine, “incroci” di filippini con spagnoli e occidentali, oppure con giapponesi o ancora con tutte le persone che arrivavano nell’arcipelago da ogni parte dei mari orientali.

Invece lui mi ha detto che con “sangley” erano chiamati i ricchi commercianti cinesi che venivano dal Fujian meridionale e si erano stabiliti a Manila, nel quartiere di Binondo.

Poi si erano sposati con donne filippine ed erano nati i “meticci”; lo sguardo e la bellezza veniva dall’intreccio dei due popoli.

Dal momento che erano molti di numero e con una grande ricchezza a disposizione, il governo spagnolo li teneva in grande considerazione e li considerava quasi spagnoli delle colonie.

Mentre il vecchio parlava ho ripensato a quegli occhi, a quello sguardo, malinconico e fiero, pronto a fulminare chiunque non fosse stato di suo gradimento.

Sì, mi ero proprio innamorato.

Ma cosa poteva sperare, da quella bella e ricca signora, un povero e giovane ragazzo di campagna come me?

Per fortuna c’erano i ritratti fatti dal mio padrone, su cui era ancora possibile sognare per me una vita impossibile nella realtà.

* * *

Indigena de la clas rica - Museo Oriental, Real Colegio Padres Agustinos di Valladolid (Spagna)

Il racconto che avete appena letto trae spunto da una fotografia, intitolata “Indígena de la clas rica (mestiza de sangley)”, Museo Oriental, Real Colegio Padres Agustinos di Valladolid (Spagna).

Considerata «una delle immagini più belle che la fotografia del XIX secolo ci ha lasciato in eredità» (Juan Guardiola, El imaginario colonial), venne realizzata nel 1875 dal fotografo Francisco van Camp, uno dei primi fotografi nelle Filippine dell’Ottocento, quando l’arcipelago era ancora sotto la dominazione spagnola.

Nel 1874, quando van Camp rilevò lo studio del fotografo inglese di Albert Honnis a Manila, la fotografia era radicata nell’arcipelago filippino già dagli anni Quaranta del XIX secolo.

Tuttavia, solo nel 1860 aveva avuto un rapido sviluppo grazie alla più facile importazione di apparecchiature fotografie dall’Europa.

Francisco Van Camp continuò la specializzazione di Honnis, realizzando sia “biglietti da visita” commerciali e “ritratti estetici”, sia una raccolta fotografie di Manila e dei dintorni, come aveva già fatto lo stesso Honnis per conto della Russell & Sturgis Company, importante società di canna da zucchero nordamericana.

In particolare van Camp lasciò una corposa documentazione fotografica dei disastri che colpirono l’arcipelago, come:

  • Il terremoto del luglio 1880
  • L’incendio di Manila del 1881
  • L’uragano del 1882
Firma di Francisco van Camp sul dorso di una delle sue foto

Molte di queste immagini furono pubblicate da La Ilustración de Oriente e da La Ilustración Española y Americana.

I numerosi successi e riconoscimenti, ottenuti dal suo studio fotografico negli anni Ottanta dell’Ottocento, porteranno van Camp a ricevere una medaglia all’Esposizione Universale di Amsterdam del 1883.

L’identità della donna ritratta nella foto di van Camp non è conosciuta, ma per la sua bellezza e per il suo sorriso da qualcuno è stata paragonata alla Gioconda, guadagnandosi l’appellativo di “Monna Lisa delle Isole del Pacifico”.


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