Nuovo appuntamento al Caffe Fotografico!
(Qui trovi la precedente intervista a Clarissa Vivarito)
Gabriele Pavan
30 anni
Venezia
Fotografo di Matrimonio
Come è entrata la fotografia nella tua vita?
È entrata alle scuole medie: c’era una copia di National Geographic e io alternavo il giocare al calcio balilla con i miei compagni allo sfogliare quelle pagine piene di immagini straordinarie.
Affasciato da quelle immagini ho scattato la mia prima fotografia, un fiore, con uno dei primi telefoni muniti di fotocamera, la risoluzione era da meno di un megapixel.
Mi hanno regalato poi la prima “compattina”, piano piano ho continuato ad evolvere tecnicamente e di pari passo ha fatto la mia attrezzatura.
Fotografavo paesaggi, la fotografia di matrimonio è stata il ponte che mi ha permesso di unire la mia formazione da paesaggista con la figura umana nei miei scatti.

Quali sono gli autori che hanno maggiormente influenzato la tua visione?
- Sam Hurd è stato probabilmente il fotografo dal quale nel mio campo ho imparato di più, sia per metodo di lavoro sia per approccio mentale
- Paolo Verzone mi affascina moltissimo per l’utilizzo della luce, specie nei ritratti
- Steve McCurry per quanto riguarda l’approccio al reportage e per il tipo di vita intenso e avventuroso
- Joe McNally mi ha interessato moltissimo per il suo utilizzo dei flash da slitta creando dei complessi schemi luce nei suoi ritratti
Che ruolo pensi ricopra la fotografia nel mondo attuale?
La vedo come un flusso costante di vita, di ogni persona.
Mai come oggi la fotografia è alla portata di tutti.
Penso che, al pari della parola, può raccontare cose più o meno importanti, più o meno efficaci, ma resta un flusso continuo.
Per me che rappresenta uno stile di vita, e non solo sostentamento economico, ritengo sarebbe importante che si dichiarasse laddove c’è della finzione per quanto riguarda l’elaborazione digitale.
Quanto pensi che l’attrezzatura sia importante per realizzare immagini?
Penso che sia importantissima qualitativamente quando si ha a che fare con immagini personali rilevanti o immagini di lavoro.
Penso anche che debba essere commisurata alla necessità del fotografo.
Ad oggi la fotografia “buona” è fattibile con praticamente qualsiasi strumento digitale attuale.

Cosa non deve mai mancare nel kit del fotografo?
- Non potrei mai uscire senza il mio corpo macchina e il 50mm
- Quando scatto paesaggi non potrei mai uscire senza il treppiede
- Per i matrimoni invece ho sempre con me un punto luce, che può essere fondamentale per migliorare la qualità della luce esistente e di conseguenza la resa cromatica
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Vorrei poter vivere dei periodi in isolamento nella natura con lo stretto necessario per la sopravvivenza e una macchina fotografica.
Sarebbe bellissimo “disintossicarsi” dai meccanismi della vita moderna nella pace della natura, nel silenzio di sé stessi e con solo l’indispensabile.
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