La fotografia, per lungo tempo sospesa tra scienza e magia, affonda le sue radici negli studi intorno alla camera obscura ed alla sua capacità di riprodurre, sebbene solo come proiezione, il reale.
La tecnica, citata da Aristotele già nel IV secolo A.C. e successivamente da Leonardo da Vinci, deve il suo nome a Keplero che per la prima volta la chiama così nel suo trattato di ottica Ad Vitellionem paralipomena quibus astronomiae pars optica traditur.
Dobbiamo, dunque, a questa scoperta ed agli esperimenti condotti sui materiali fotosensibili realizzati, principalmente, nella prima metà dell’800 la nascita della fotografia.
Il progetto Camera Obscura di Morell parte da qui, dalla magia che, nonostante il tempo, le scoperte e l’avanzare delle tecnologie, avvolge tuttora il processo di formazione dell’immagine.
L’Arte Visionaria di Abelardo Morell: Dalla Camera Obscura alle Città del Mondo
Nato a Cuba nel 1948, Morell, si trasferisce con la famiglia a New York nel 1962 e successivamente prima nel Maine, per frequentare il Bowdoin College dove nel 1977 consegue il Bachelor of Arts, poi a Yale dove ottiene il Master of Fine Art nel 1981.
Inizialmente affascinato dalla street photography ed influenzato dalle immagini di Diane Arbus, Robert Frank ed H.C. Bresson, deve la sua svolta artistica alla nascita del primo figlio nel 1986, un evento che lo porta a trascorrere molto tempo in casa e ad osservare gli oggetti, gli spazi e la loro relazione in maniera nuova.
L’utilizzo di una macchina di grande formato e le lunghe esposizioni utilizzate per fotografare ciò che lo circonda, cambiano definitivamente la visione del fotografo ed il suo modo di interpretare la realtà.
Nel 1991 Abelardo Morell, dopo una serie di esperimenti condotti in aula insieme ai suoi alunni del College of Art di Boston, realizza la prima fotografia della serie Camera obscura nel salotto della sua abitazione trasformato in una grande camera oscura.
Per realizzare le immagini copre con della plastica nera tutte le finestre, in modo da rendere la stanza buia, poi pratica un piccolo foro sul materiale usato per oscurare in modo che la luce attraversandolo vada a formare l’immagine sul lato opposto.
Morell, dopo aver utilizzato le stanze del suo appartamento, inizia a viaggiare e fotografare il mondo attraverso camere di hotel, biblioteche, musei, case, trasformate per l’occasione in camere oscure.
Roma, New York, Firenze, L’Avana, sono solo alcune delle città immortalate dall’artista attraverso questo gioco di sovrapposizioni tra interno ed esterno in cui scorci urbani, monumenti storici e paesaggi naturali si fondono con quadri, libri, fiori, specchi, letti, mobili antichi ed oggetti di uso quotidiano quali scale, porte, sedie, scope, secchi.
Una stratificazione complessa che produce immagini eleganti e suggestive, a volte spaesanti, ma sempre connotate da un raffinato equilibrio cromatico e compositivo in cui l’osservatore si perde continuamente alla ricerca di dettagli.
Evoluzione Tecnologica e Creativa
Nel corso del tempo l’artista ha introdotto alcune modifiche alla sua ricerca:
- Il bianco e nero delle prime fotografie ha lasciato spazio al colore
- L’introduzione di una lente ha consentito di migliorare la nitidezza e la luminosità dell’immagine
- L’uso di un pentaprisma ha permesso di riportare la proiezione in posizione reale
- L’introduzione del digitale ha ridotto i tempi di esposizione che si attestavano, per le prime fotografie, tra le 5 e le 10 ore
Le ultime sperimentazioni di Morell riguardano la realizzazione di immagini attraverso una tent camera, una costruzione di sua invenzione composta da una tenda ed una lente periscopica che consente di proiettare la realtà sulla base oscurata presente all’interno della tenda.
Un nuovo modo per fondere due mondi vicini ed allo stesso tempo diversi.
Sono figli di questa tecnica gli ultimi progetti realizzati dall’autore Pictures on The Ground: In the Terrain of Van Gogh e Pictures on The Ground: In the Terrain of Monet due lavori realizzati sulle tracce dei luoghi da cui hanno tratto ispirazioni i due pittori.
Le opere di Abelardo Morell fanno parte delle collezioni permanenti di alcuni tra i più importanti musei del mondo quali il Museum of Modern Art, il Whitney Museum, il Victoria and Albert Museum.
Conoscevi già il fotografo Abelardo Morell? Cosa ne pensi?
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