Giunti a questo settimo capitolo, parliamo di gestione colore.

Se voglio seguire questo processo, di cosa avrò bisogno?

  • Due profili, sorgente e destinazione
  • Lo spazio colore CIELAB (es: in Photoshop è presente)
  • Un algoritmo che ci aiuti a passare da uno spazio colore all’altro (anche questo lo abbiamo)
  • Intento di rendering (ossia come il programma gestirà i colori non riproducibili)

A cosa serve la gestione colore?

  • Mostra in modo realistico i colori dello scatto
  • Assicura che le correzioni di colore effettuate sull’immagine siano riproducibili in stampa
  • Simula a monitor il risultato in stampa

Teniamo bene a mente comunque che la gestione colore non fa miracoli! Infatti non può trasformare una cattiva immagine in una buona immagine e non permette di ottenere una corrispondenza colore assoluta.

Nelle impostazioni colore di tutti i programmi che hanno una gestione colore incorporata, si ha la possibilità di settare come avvengono i calcoli per la conversione colore.

A cosa servono gli intenti di rendering? Cenni teorici

gestione-colore-intenti-di-rendering

L’intento di rendering si occupa di gestire come muovere i colori non riproducibili dalla periferica di destinazione.

Gli  intenti di rendering sono 4:

In fotografia si usano gli ultimi due.

Il percettivo porta i colori non riproducibili nel gamut di destinazione, muovendo anche quelli riproducibili.

In pratica non perdo passaggi tonali, ma modifico tutti i colori, anche “per solo un pixel” fuori gamma.

Il relativo, porta i colori non riproducibili nel gamut di destinazione e non modifica quelli corretti.

Tutti i toni fuori gamma, in questo caso, si comprimono al primo riproducibile.

In pratica mantengo corretto quello riproducibile e perdo le tonalità fuori gamut.

Abbiamo lasciato in sospeso l’sRGB

L’Srgb è stato sviluppato nel 1995 da Microsoft e HP come spazio di colore di default per Internet e le applicazioni multimediali.

È basato sulle caratteristiche di un monitor in un ambiente mediamente illuminato

Da dicembre 1998 è lo standard IEC 61966-2-1.

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Eccoci arrivati a capire la differenza tra due profili, in questo caso sRGB e Adobe RGB.

Come detto in precedenza, non è un errore usare sRGB, l’importante è

essere coscienti che stiamo scegliendo di ridurre i colori rispetto alla

stessa immagine costruita con il profilo Adobe RGB.

rgb-srgb-differenza

Ma perché un colore nei valori RGB è sbagliato?

Se usiamo i due profili sRGB e RGB, e definiamo il massimo verde in entrambi, avremo chiaramente i numeri uguali ma colori diversi.

La riprova che i numeri uguali in RGB, non identificano assolutamente lo stesso colore!

Intento di rendering: Differenze nei colori (DELTA E)

Solo avendo il valore Delta E è possibile giudicare le differenze nei colori

Gli intenti di rendering, lavorano cercando di variare i colori al di sotto della variazione percepita dall’occhio umano.

Il parametro è ΔE

  • Non viene percepita la differenza di colore ( ΔE tra 0 e 1 )
  • Solo osservatori esperti possono percepire eventuali differenze tra due colori ( ΔE tra 1 e 2 )
  • Osservatori standard possono avere buona percentuale di percepire le differenze di colore ( ΔE tra 2 e 3.5 )
  • Chiara ed evidente differenza di percezione dei colori ( ΔE tra 3.5 e 5)
  • Grande differenza di colore percepito ( ΔE oltre 5 )
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