Capire il funzionamento del diaframma e gli stop di apertura è uno dei capisaldi della fotografia.

Può capitare che il concetto di apertura del diaframma risulti complicato a chi si affaccia per la prima volta alla fotografia.

Per questo motivo, inauguriamo una nuova rubrica, “Il Salotto Fotografico: Primi passi nella Fotografia”, dove tratteremo di nozioni base di fotografia.

E da dove iniziare se non, appunto, dal Diaframma: Cos’è e come si utilizza in fotografia?

Il Diaframma è uno strumento meccanico costituito da una serie di lamelle posizionate all’interno dell’obiettivo.

Si può agire su queste lamelle regolando la dimensione del foro attraverso cui passerà la luce per andare a colpire il sensore o la pellicola.

L’apertura del Diaframma, quindi, ha un comportamento simile a quello della nostra pupilla e si misura con la Scala dei Diaframmi.

Quest’ultima è molto estesa ed i suoi valori sono espressi in F-Stop: solitamente sono compresi all’interno dell’intervallo F1-F32.

La particolarità è che ad un valore più basso corrisponde una maggiore apertura del Diaframma, quindi una maggiore luminosità, mentre ad un F-Stop più elevato vale esattamente il contrario.

Scala diaframma e profondità di campo in Fotografia

Più avanti affronteremo anche gli ISO, i tempi di scatto e come gestire il triangolo dell’esposizione per ottenere uno scatto correttamente esposto.

Adesso vorrei ci concentrassimo sugli aspetti che sono influenzati direttamente dal Diaframma nella fotografia.

Uno di questi è la cosiddetta Profondità di Campo (PdC), ovvero una zona dello scatto dove gli elementi appaiono ancora nitidi.

Ad una maggiore apertura di Diaframma corrisponde una PdC minore che si traduce nel Bokeh ovvero l’effetto sfocato.

Chiudendo l’apertura del Diaframma, invece, si avrà una maggiore PdC, quindi un’immagine sempre più dettagli nitidi via via che si chiudono gli F-Stop.

Sapere questo è fondamentale perché ci consente di ottenere il risultato che si sta ricercando:

  • Ad esempio, in un ritratto cercare di sfocare quanto più possibile lo sfondo permette di staccare il soggetto e metterlo in risalto
  • Viceversa, in uno scatto di un paesaggio magari si tende a cercare una maggiore PdC
Profondità di campo e Bokeh in fotografia

Un’altra cosa da tenere a mente è la regola 2/3, 1/3 della Profondità di Campo o “Thumb Rule”, Regola del Pollice in inglese.

La PdC si comporta in questo modo rispetto al nostro punto di messa a fuoco: si estende per 1/3 davanti e 2/3 dietro.

Più la distanza di messa a fuoco è ridotta, minore sarà la Profondità di Campo.

Cerco di renderti il concetto più chiaro con un esempio: immagina di dover fotografare quattro amici disposti sullo stesso lato del tavolo.

  • Se metti a fuoco il primo della fila, gli ultimi rischierebbero di essere sfocati
  • Viceversa, mettendo a fuoco gli ultimi si rischia che i primi non siano a fuoco
  • Il punto ideale di messa a fuoco, quindi, sarebbe sul secondo soggetto, con la PdC che si estende al primo, ma anche ai due dietro

Con quale obiettivo iniziare a sperimentare?

Molti Marchi oggi propongono ottiche di buon livello a prezzi piuttosto conveniente.

Un obiettivo zoom, come un 24-105mm magari con una buona apertura di Diaframma, ti permette di sperimentare il 90% delle foto che normalmente si fanno.

Successivamente, quando si capisce il genere di foto che si vuole fare si può passare ad un’ottica fissa magari con un diaframma ancora più aperto.

Quindi se si preferiscono i ritratti, una valida opzione potrebbe essere il Viltrox 85mm F1.8 II.

Se invece vorresti dedicarti alla fotografia paesaggistica, potresti optare per un grandangolare come il Viltrox 24mm F1.8.


Cosa ne pensi di questa nuova Rubrica? Se ti è piaciuta continua a seguirci, a breve parleremo degli ISO!

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