In questo articolo parliamo di teoria del mondo dell’illuminazione, in particolare di CRI e TLCI!

Quando parliamo di fotografia e di video, una cosa molto importante che spesso non viene presa totalmente in considerazione, è la resa cromatica.

Perché questo la resa cromatica non viene spesso in considerazione?

Entriamo nello specifico nel mondo video, dove c’è ancora più esigenza di resa cromatica.

Quando facciamo una fotografia scattando in raw, è possibile cambiare la luce, dominanti in fase di post produzione… mentre quando facciamo video il problema è maggiore.

Perché difficilmente riusciamo a fare video in raw, a meno che non abbiamo un attrezzatura dedicata.

Per evitare di farci venire dei mal di testa in post produzione, maggiore è la resa cromatica in fase di acquisizione, migliore è in fase di post produzione.

Da dove parte tutta questa resa cromatica?

Dalla luce.

Quando parliamo di luce sentiamo molto spesso il termine CRI.

Cosa è e cosa indica il CRI?

CRI sta per: Color Rendering Index, cioè indice di resa cromatica.

Ma quando parliamo di cri non risolviamo totalmente i problemi dei videomaker, perché quando parliamo di CRI (e in alcuni casi alcuni parlano anche di CQS: Colour Quality Scale, quindi un termine molto simile coniato un po’ successivamente ma che parla della stessa tipologia di resa cromatica) parliamo della resa cromatica per l’occhio umano.

Con l’avvento del digitale le videocamere recepiscono segnali totalmente diversi rispetto all’occhio, senza considerare che l’occhio ovviamente passa le informazioni al cervello e il cervello riesce a interpretare, cosa che la fotocamera non fa.

La fotocamera prende quello che acquisisce in base a delle caratteristiche ben specificate sul sensore e salva.

Facciamo quindi una piccola lettura tecnica di che cosa è il CRI

La commissione internazionale per l’illuminazione (CIE), definisce la resa del colore come l’effetto di un illuminante sull’aspetto cromatico degli oggetti mediante confronto conscio, subconscio con il loro aspetto cromatico sotto un illuminante di riferimento, per consentire un confronto significativo tra le diverse sorgenti di luce artificiale la CIE ha creato il CRI nel 1964.

Il punteggio CRI quindi non rappresenta la temperatura del colore della sorgente di luce, ma l’accuratezza con cui si riprodurrà l’intera gamma di colori in un soggetto.

Vediamo adesso nel dettaglio il CRI e il TLCI

curve-di-risposta-del-sensore-di-una-fotocamera-av

Rispetto all’occhio nudo una fotocamera recepisce diversamente.

Quindi il bianco potrebbe essere dato da una certa dominante di rosso o blu mentre la fotocamera va a recepire in maniera diversa queste dominati e quindi va a creare un bilanciamento del colore diverso.

Proprio per quello è nato il TLCI.

Curve-di-risposta-del-colore-dell_occhio-umano

Cosa significa la sigla TLCI?

TLCI sta per: Television Lighting Consistency Index.

Quindi è un indice che va ad analizzare la resa cromatica recepita dal sensore.

Facciamo un’ulteriore premessa: la luce naturale ha uno spettro visibile lineare, quindi completo.

Pure altre illuminazioni artificiali hanno uno spettro completo come ad esempio le luci al tungsteno quelle a incandescenza.

Spettro-Luce-Naturale-e-Artificiale-cri-tlci

Ma ci sono tantissime luci, come le alogene e luci led il cui lo spettro di luce non è lineare ma ondulato.

A differenza della luce naturale, tante luci artificiali hanno delle dominanti che devono essere conosciute.

Queste dominanti si possono ovviare in registrazione grazie a un’illuminazione sempre più qualitativa!

Quando parliamo di CRI e di TLCI parliamo di un valore che va da 0 a 100.

Quando parliamo di una buona illuminazione in termini di CRI spesso parliamo di CRI superiore al 90-95, mentre quando parliamo di un TLCI editabile comodamente in fase di video abbiamo bisogno di un TLCI con valori un più bassi.

Oggi, con l’avvento del led, siamo arrivati a dei valori di CRI e TLCI notevolmente elevati.

Il valore di CRI è calcolato in base a una temperatura colore, quindi se abbiamo una luce che ha un bianco bicolore, il valore può essere dato un valore medio e soprattutto potrebbe essere magari migliore a una certa temperatura colore e inferiore un’altra, quindi guardate sempre questa caratteristica!

La stessa cosa vale per il TLCI, quindi la capacità di riprendere lo stesso colore è molto importante

cri-tlci-Esempio-di-impressione-di-un-color-checker-da-luce-solare-e-da-LED

Vediamo all’interno del color checker la differenza tra quello che vede l’occhio e quello che recepisce una fotocamera illuminata con un certo sistema di illuminazione.

Alcuni colori appaiono diversi, quindi più il valore del TLCI tende a 100 più il mal di testa che può venire a chi fa editing di postproduzione diventa minore!

Anche questo va analizzato sempre in funzione della temperatura colore a cui dobbiamo rivolgerci!

Se abbiamo una luce con un bianco a temperatura variabile, a ogni temperatura del bianco dovrebbe corrispondere un certo TLCI.

Quando facciamo video è come se facessimo 25 fotografie ogni secondo, quindi correggerne 25 per ogni secondo del video è praticamente impossibile!

Un’altra cosa importante è che lo stesso valore TLCI su un prodotto di un’altra marca non ha la stessa resa cromatica.

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire un background culturale su cosa sono il CRI e il TLCI per essere maggiormente consapevoli in fase di acquisto del proprio set di illuminazione!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui