È un giorno d’estate.
Un vociare confuso e gioioso accompagna il sole caldo che gioca con le ombre.
Il mormorio del mare lambisce la spiaggia, l’aria è intrisa di salsedine.
È un giorno senza tempo, un giorno in cui tutto sembra possibile.
È un giorno d’estate di Claude Nori.
Le origini e il legame con l’Italia
Nato a Tolosa nel 1949 da genitori italiani, Claude Nori, ha sempre avuto un legame molto forte verso la terra di origine dei suoi avi.
Claude Nori: Dalla cinematografia alla fotografia e la nascita di “Contrejour”
L’autore, inizialmente intenzionato a diventare un cineasta, si avvicina alla fotografia grazie all’amico Patrick Chapuis col quale, insieme a Bernard Plossu, nel 1975 fonda a Parigi “Contrejour”, una casa editrice (anche rivista e galleria) che ha rivoluzionato la fotografia francese degli anni Settanta e Ottanta.
“Contrejour” diventa in poco tempo un punto di riferimento per la cultura fotografica ed in particolare per la promozione dei nuovi talenti.
Nel 1984, su invito di Luigi Ghirri, partecipa insieme Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Guido Guidi, Mimmo Jodice al progetto “Viaggio in Italia”.
Da quel momento in poi, il fotografo decide definitivamente che il Mediterraneo e l’Italia sarebbero diventati il suo soggetto, ed anche il suo linguaggio.
Perché l’Italia, per lui, non è solo un luogo da descrivere ma uno stato dell’anima, un ideale romantico di giovinezza eterna, una promessa di felicità.
La fotografia come memoria e linguaggio visivo
La fotografia diventa così lo strumento attraverso il quale richiamare alla memoria i luoghi dell’infanzia, riscoprirli con occhi nuovi e restituirli attraverso un ricordo visivo collettivo.
Nori inizia a fotografare le coste italiane, quelle che aveva frequentato da bambino con i suoi genitori, ma anche quelle che non aveva mai visitato.
“Dal 1982 decisi di fotografare il mare italiano e quei luoghi conosciuti come destinazioni mitiche, quelle città dai nomi evocativi, Capri, Napoli, Portofino, Sanremo o Stromboli, per le quali furono composte le canzoni che hanno fatto da sfondo ai film neorealisti.
Mi resi conto che il particolare territorio del mare, l’attività che si svolgeva sulla spiaggia in estate era davvero un concentrato di cultura italiana, un rituale attraverso il quale si esprimeva con forza tutta un’arte di vivere”.
I protagonisti di queste immagini, mai ritratti in pose formali, sono coppie che si abbracciano, gruppi di amici in riva al mare, famiglie, adolescenti alla scoperta del primo amore o dei primi momenti di libertà.
Leggerezza e profondità nei suoi scatti
Le fotografie sono pervase da una leggerezza che, però, non è mai priva di profondità.
Gli scatti ci parlano della gioia semplice e spontanea della giovinezza, di un momento di passaggio vissuto intensamente e senza preoccupazioni.
Ogni immagine si rivela così come un ponte tra passato e presente, una finestra che ci permette di rivivere il sapore di un’estate lontana, di un amore mai finito.
Nonostante ciò, una malinconia di fondo pervade l’intero lavoro.
La consapevolezza della fragilità del momento, della fugacità del presente, dell’inesorabile passare del tempo accompagnano ogni fotogramma in un estremo effimero tentativo di cristallizzare il tempo.
L’autore non ritrae solo persone, racconta anche i luoghi, gli oggetti e i simboli di un’epoca: le sdraio colorate, le cabine, gli ombrelloni a strisce, le barche ormeggiate.
Tutti dettagli che ricreano un’iconografia tipica dell’Italia di quegli anni e che ci restituiscono un paese semplice, spensierato ed ancora speranzoso.
Il fotografo ha sempre privilegiato l’utilizzo di un’attrezzatura molto leggera, accompagnata dalla pellicola b/n, puntando ad una fotografia immediata e ad un’estetica più attenta alla parte formale.
Claude Nori e la fotografia a colori: un’esplosione di energia
Più tardi si avvicina al colore, e la sua visione esplode in un’energia diversa.
Il colore diventa elemento vitale, trasforma i suoi scatti in un inno all’allegria, al calore, alla spensieratezza grazie anche alla prevalenza di tonalità calde e di tinte sature ed intense.
Le fotografie sono state pubblicate per la prima volta nel 1987 in un volume dal titolo Vacances a l’Italienne, successivamente nel 2001 in una versione arricchita con gli scatti realizzati negli anni ‘90, ed infine nel 2018 in un’edizione italiana dal titolo Un’estate con te alla quale ha fatto seguito anche una mostra tenutasi a Riccione l’anno seguente.
Claude Nori ci regala, attraverso la sua opera, il senso di un’eternità possibile, di una giovinezza che, nonostante il passare del tempo, non può essere cancellata, perché rimane incisa nella luce, nei colori, nelle ombre di immagini che raccontano un momento perfetto.
E in quel momento, noi tutti torniamo giovani, torniamo al mare, alla sabbia, al sole, e possiamo credere, anche solo per un istante, che il tempo si sia fermato.
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