Dopo aver conosciuto Samuele Bertoli, nell’appuntamento di oggi l’ospite è Antonio Lorenzini.

Quale è il tuo genere fotografico preferito/ di quale genere fotografico ti occupi?

Il mio genere fotografico preferito è il reportage a sfondo sociale.

Qualche volta realizzo progetti fotografici ispirandomi al teatro e al cinema.

Ci racconti il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Timmy, Antonio Lorenzini 1

Il mio primo ricordo risale agli anni dell’adolescenza quando mi fu regalata la prima macchina fotografica.

Si trattava di una Polaroid che diventò la mia inseparabile compagna.

Da allora è stata un’evoluzione continua.

La curiosità e l’amore per il bianco e nero hanno fatto il resto.

Quale artista ti ha ispirato di più o a quale artista ti ispiri in questo momento?

Non ho avuto un particolare esempio da seguire o da cui prendere ispirazione.

Molti sono i fotografi che apprezzo in particolar modo.

Tra i tanti sento di citare Doisneau, Bidermanas, Koudelka, Berengo Gardin, Capa, Giacomelli.

 Nell’attualità sono affascinato dai lavori di Bispuri e Zizola.

Lo scatto/opera realizzata che ti ha dato maggiore soddisfazione?

Timmy, Antonio Lorenzini 2

Più che citare uno scatto singolo posso affermare che ho tre lavori che mi hanno particolarmente gratificato sia dal punto di vista fotografico che umano:

  • “Romanì” un reportage che ho realizzato nell’ormai dismesso campo Rom Il Poderaccio alla periferia nord di Firenze;
  • “Timmy” che racconta la quotidianità tra le mura domestiche di un ragazzo poco meno che trentenne affetto da una malattia rarissima che si chiama Cri du chat, Grido del gatto;
  • “Anna, equilibrio instabile” facente parte di un più ampio lavoro che racconta 12 famiglie con figlie affette da Sindrome di Rett.
    Questo lavoro in particolare è stato realizzato a 4 mani con la mia amica e collega Cristina Corsi che vive nella provincia di Arezzo.

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

Timmy, Antonio Lorenzini 3

L’attrezzatura per me non ha molto significato.

Spazio dal foro stenopeico che costruisco personalmente, all’analogico che mi consente di sperimentare molto fino ad arrivare al digitale che utilizzo costantemente per realizzare i miei progetti.

Che consiglio daresti a chi si affaccia oggi per la prima volta al mondo della fotografia?

Caratterialmente non amo dare consigli, preferisco chiamarli suggerimenti.

Un fotografo che possiede umiltà, curiosità e convinzione in ciò che fa ha già dei grandissimi strumenti per produrre eccellenti lavori.

La casa più importante secondo me è non dimenticarsi mai di studiare.

Il resto viene con l’esperienza che la stessa fotografia può dare.


A. Lorenzini Fotografo

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