Chartres, 23 agosto 1944 – Robert Capa, Nicole Minet

Dopo aspri combattimenti, il 19 agosto la città di Chartres era stata liberata dalle truppe alleate e dai soldati delle Forces Françaises de l’Interieur.

Appena quattro giorni più tardi si preparava ad accogliere il generale Charles De Gaulle, comandante dell’esercito e capo del governo francese in esilio, in arrivo da Cherbourg.

Sulla scalinata dell’ufficio postale, uno dei tre centri della resistenza durante la liberazione, era stato allestito un palco per il discorso del Generale e due carri armati leggeri, un Hotchkiss H39 e un Renault R35, erano stati sistemati ai due lati per dare un carattere ufficiale e marziale all’evento. 

Da un capo all’altro della piazza erano stati tirati dei fili da cui pendeva il tricolore di Francia, che sventolava anche dalle finestre di tutte le case e in ogni via della città. 

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Una gran folla si stava ammassando nella piazza e si assiepava ai balconi e alle finestre, emozionata nell’attesa di vedere l’uomo che aveva guidato la Francia alla vittoria, mentre la banda musicale provava le note della Marsigliese.

Insieme alle autorità cittadine, vicino al palco avevano preso posto due donne in rappresentanza del contributo femminile alla liberazione:

  • un’infermiera in divisa con una bambina in braccio
  • una giovanissima partigiana in pantaloncini corti e una fascia al braccio sinistro con la scritta FTPF, Francs-tireurs et partisans français, che impugnava con orgoglio una pistola mitragliatrice Schmeisser MP40 sottratta a un soldato della Wehrmacht

Tutta la città era in trepida attesa ma, visto che a mezzogiorno il Generale non era ancora arrivato, per ingannare l’attesa le autorità avevano fatto trasmettere dagli altoparlanti musica popolare e soprattutto il bollettino della BBC, famosa “Radio Londres”, che ora si poteva ascoltare senza più paura di essere arrestati.

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Intanto il pubblico festeggiava la libertà ritrovata, cantava, si abbracciava, ma discuteva anche. 

Un uomo si era scandalizzato per l’aspetto indecente di quella giovane partigiana.

Come possono permettere che si presenti a gambe scoperte davanti al Generale De Gaulle? ”

In risposta un vicino gli aveva domandato se davvero non sapeva chi fosse Nicole Minet.

Chi sarà mai, una moderna eroina? La Giovanna d’Arco dei giorni nostri? “

L’altro aveva risposto che doveva portare rispetto quando parlava di Nicole, che per la liberazione aveva fatto molto di più di tante altre persone.

Qui ognuno dei presenti aveva iniziato a raccontare le imprese della giovanissima combattente, così come gli erano state raccontate dalla voce popolare. 

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A soli quattordici anni aveva rubato la bicicletta a un tedesco per diventare staffetta partigiana.
Aveva fatto saltare ponti col tritolo.
Aveva fatto deragliare treni.
Maneggiava esplosivi e usava le armi leggere come fossero giocattoli.
Vicino a Thivars, insieme ai suoi compagni, aveva fatto prigionieri venticinque tedeschi e li aveva portati a Chartres. ”

E sarebbero andati avanti di questo passo, facendo zittire l’uomo che si era lamentato, se non fosse arrivato De Gaulle, accompagnato da un’esplosione di grida di ovazione da parte della folla, boato che si era placato a fatica solo grazie alle parole del Generale.

Alla fine del discorso il palco era stato preso “d’assalto” da fotografi e giornalisti francesi e stranieri, molti al seguito dell’esercito americano. 

Tutti erano interessati a De Gaulle.

Tuttavia, l’attenzione di altri era stata catturata da quella minuscola partigiana di appena diciott’anni, che ora si metteva orgogliosamente in posa col suo fucile mitragliatore tedesco.

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Poi era arrivato il segnale della partenza: se Chartres era stata liberata ora toccava a Parigi, dove ancora si combatteva violentemente da giorni. 

Sulle note della Marsigliese, suonata dalla banda cittadina, il Generale era salito sulla sua vettura, seguito dai due carri armati leggeri e da una colonna di autovetture cariche di soldati delle Forces Françaises de l’Interieur.

Tra cui la giovane Nicole Minet, tutti pronti a sostenere i loro commilitoni nella capitale.

Ancora pochi giorni e Parigi avrebbe smesso di bruciare.

* * *

Il racconto di fantasia che avete appena letto trae spunto dalle numerose foto della giovane partigiana francese Nicole Minet, nome di battaglia di Simone Segouin.

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Molte di queste fotografie sono state scattate da diversi fotografi in occasione della visita ufficiale del generale Charles De Gaulle nella Chartres appena liberata dalle truppe tedesche.

La più famosa, però, è quella di Robert Capa che la riprende per le strade di Parigi, durante la liberazione della città, insieme ad altri due partigiani. 

La foto, che decretò la notorietà di Simone, apparve sulla copertina di “Life” del mese di agosto del 1944, mentre il giornalista americano Jack Belden scrisse un lungo articolo dal titolo “The girl partisan of Chartres”, pubblicato il 4 settembre sempre sullo stesso periodico. 

Numerosi i riconoscimenti per la sua attività di combattente: promossa al grado di tenente, nel 1946 venne decorata con la “Croix de guerre”, da Charles Tillon, ministro degli armamenti e comandante della resistenza a Parigi, ricevendo in seguito anche la “Légion d’honneur”.

Le è anche stata intitolata una via a Courville-sur-Eure, dove era nata.

Simone Segouin, dopo una vita trascorsa come infermiera pediatrica, è morta il 22 febbraio 2023, all’età di 97 anni. 

In questa occasione l’ufficio stampa dell’Eliseo ha emanato un lungo comunicato di cordoglio, che termina con queste parole: 

“Il Presidente della Repubblica rende omaggio alla memoria di una donna che ha rischiato tutto per difendere i nostri valori universali e liberare la Francia”.  


Tu conoscevi già la storia di Simone Segouin aka Nicole Minet?

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