Ciao a tutti, sono Matteo Ermeti di NOVE Film, regista e filmmaker con base a Rimini.

Dopo diverse settimane di utilizzo sul set, è arrivato il momento di darvi le mie impressioni sulla nuova (cinema) camera di Canon, la EOS R5C.

La parola “cinema” è doverosa perché come ormai saprete sia il corpo che le specifiche tecniche di questa camera la spingono fortemente verso la produzione video, ancor prima che fotografica.

Qui puoi trovare un articolo di confronto tra la EOS R5 C, la R5 e la C70.

Il primo elemento che salta agli occhi è la qualità straordinaria delle immagini, super definite e con un altissimo margine di manovra in post-produzione.

Lavorando a 10 o 12 bit, in Log o RAW, si “tirano fuori” colori incredibilmente vibranti, con poco da invidiare a cinecamere Canon di fascia più alta.

Il secondo aspetto che mi ha piacevolmente sorpreso è l’ampia scelta di formato di registrazione, da alcuni considerata quasi un limite perché poco utilizzabili.

EOS R5 C videomaking

La mia personale esperienza, però, mi porta a dire che con la Canon EOS R5 C puoi affrontare davvero ogni tipologia di produzione:

  • 8K RAW 12 bit per produzioni commerciali dove è richiesta la massima qualità
  • MXF in 4K 10 bit super definito ed estremamente lavorabile
  • MP4 leggero in 4K o Full HD per eventi e/o produzioni che richiedono una condivisione di file agile ma di ottima qualità

Un altro fattore da considerare è sicuramente la compattezza del corpo macchina.

La R5 C può essere montata anche su gimbal abbastanza piccoli, nel mio caso un Freefly Movi M5.

Una qualità delle immagini così elevata è merce rara per dimensioni così ridotte!

Canon EOS R5 C ha anche dei difetti? Certo, come ogni cinema camera, aggiungo.

In primis i limiti più grossi che ho riscontrato sono la mancanza di connessioni professionali, ad esempio:

  • un innesto sicuro per SDI e/o HDMI standard
  • un ingresso XLR per la registrazione audio, risolvibile con l’adattatore Tascam sviluppato ad hoc per Canon
Canon R5 C BTS

La mancanza di ND interni e la bassa luminosità dello schermo integrato rendono questa camera difficilmente utilizzabile all’aperto in condizioni di luce molto intensa, senza l’ausilio di altri prodotti.

Per gli LCD la scelta è ampissima, mentre per gli ND il mio consiglio è di acquistare l’anello adattatore di Canon per EF-R con ND variabili.

La scelta perfetta per poter lavorare in ogni condizione di luce, e soprattutto per poter utilizzare lenti Canon con attacco EF già in vostro possesso, mantenendo piena compatibilità ed un autofocus veloce.

Per ovviare ad alcuni di questi problemi e per rendere la mia R5C ancor più completa e pronta al set, ho scelto di riggarla con la cage di Smallrig sviluppata specificamente per questa camera.

Così facendo, ho la possibilità di girare tenendola dall’hand-grip superiore, posso inserire dei rod e quindi una batteria V-lock, e fissare le connessioni di alimentazione e segnale video in sicurezza.

In conclusione, Canon EOS R5C è una scelta che rifarei senza dubbio, perché in virtù di qualche pecca dovuta soprattutto alla compattezza del corpo, offre una quantità di benefici davvero invidiabile.

Per filmmakers come me che hanno richieste di produzione abbastanza diversificate è la scelta ideale.

Ho girato praticamente in ogni formato possibile, sfruttando spesso anche lo straordinario slowmotion in 4K a 100fps continui sia per videoclip che, come vedete nelle immagini dell’articolo, per B-Roll commerciali.


Se vuoi maggiori informazioni sulla Canon EOS R5 C ti consigliamo di dare un’occhiata al nostro articolo di presentazione!

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