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Il paesaggio-architettura: la fotografia industriale dei coniugi Becher

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Landscape_Coniugi Becher

Quante volte abbiamo sognato di condividere la vita con una persona che nutra le nostre stesse passioni, magari lavorando fianco a fianco nello stesso campo?

Questa è la storia di Hilla Wobeser (1934-2015) e Bernd Becher (1931-2007), due fotografi tedeschi che hanno trasformato la fotografia industriale in una vera e propria forma d’arte.

Coniugi Becher: L’incontro

Hilla sviluppò fin da giovane una forte passione per la fotografia, trasformandola in una professione a soli 23 anni.

Inizialmente lavorò come fotografa commerciale per un’agenzia pubblicitaria, mentre nei suoi progetti personali si dedicava a immagini di ambienti industriali, come ferrovie e infrastrutture.

Bernd, invece, intraprese un percorso artistico nella pittura prima di lavorare come tipografo e studiare arte all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf.

Walker Evans: New Orleans architecture. Cast iron grillwork house near Lee Circle on Saint Charles Avenue. Louisiana. 1936.

Nel 1957, i due si incontrarono proprio all’Accademia di Düsseldorf e da lì nacque non solo una relazione personale, ma anche una collaborazione artistica che avrebbe rivoluzionato la fotografia documentaria.

Il loro primo progetto si svolse nella Valle della Ruhr, in Germania settentrionale, un’area ricca di strutture industriali legate all’industria mineraria e siderurgica, settore in cui la famiglia di Bernd aveva lavorato.

Questo contesto alimentò il loro interesse per le strutture architettoniche di forma simile, che li portò a sviluppare un metodo unico di documentazione fotografica.

La metodologia fotografica

I coniugi Becher idearono un approccio rigoroso e sistematico alla fotografia industriale.

Le loro immagini erano caratterizzate da:

  • Composizione precisa: utilizzavano una fotocamera di grande formato Plaubel Peco 13x18cm e obiettivi da 90mm a 600mm per mantenere una composizione coerente, anche quando non potevano avvicinarsi alla struttura.
  • Prospettiva neutrale: sfruttavano tecniche simili al moderno tilt-shift per mantenere le linee perfettamente parallele e uniformare la resa visiva.
  • Bianco e nero: il colore avrebbe distolto l’attenzione dalla forma e dalla struttura, oltre a essere più costoso e meno affidabile all’epoca.
  • Condizioni meteorologiche specifiche: preferivano giornate nuvolose per evitare ombre e forti contrasti di luce, garantendo una rappresentazione uniforme della struttura.

I due presentavano le loro fotografie in griglie di 6, 9 o 15 immagini, che chiamavano “tipologie”.

Questo metodo metteva in evidenza le sottili differenze tra strutture simili, trasformando l’industria in una sorta di paesaggio astratto e geometrico.

Tipologie, Bernd and Hilla Becher. Fonte Wikipedia.

Tra i soggetti ricorrenti nelle loro serie troviamo:

  • Cavalcavia
  • Stabilimenti industriali
  • Torri idriche
  • Fienili
  • Silos

L’estetica della ripetizione

Uno degli elementi distintivi del lavoro dei Becher è l’uso della ripetizione come linguaggio visivo.

Le loro griglie fotografiche trasformano edifici funzionali in pura estetica architettonica, mettendo in evidenza somiglianze e differenze.

Il loro lavoro fu influenzato da Walker Evans, fotografo statunitense noto per le sue serie documentarie sugli edifici e sulla società americana.

Tuttavia, mentre Evans era interessato all’aspetto sociale dell’architettura, i coniugi Becher adottarono un approccio più analitico e sistematico, concentrandosi esclusivamente sulla struttura e sulla forma del soggetto fotografato.

Landscape_Coniugi Becher

Un nuovo paradigma nella fotografia documentaria

I coniugi Becher dimostrarono come la fotografia documentaria potesse distaccarsi dalla soggettività per abbracciare un’estetica oggettiva, mantenendo al tempo stesso un’identità artistica ben definita.

A chi chiedeva loro se il loro lavoro fosse considerabile arte, rispondevano che non era quello il loro scopo.

Per loro, gli edifici industriali erano “sculture nel paesaggio“, elementi architettonici da catalogare in modo sistematico.

Nel 1976, Bernd Becher iniziò a insegnare fotografia all’Accademia d’Arte di Düsseldorf, dando vita a una scuola che influenzò profondamente le nuove generazioni di fotografi.

Tra i suoi studenti più celebri troviamo Andreas Gursky, noto per opere come 99 Cent II Diptychon e Rhein II, quest’ultima venduta per circa 4,3 milioni di dollari, diventando la fotografia più costosa della storia.

Andreas Gursky - Rhein II

Le immagini di Gursky riflettono l’influenza dei Becher nella concezione del paesaggio come architettura visiva.

In 99 Cent II Diptychon, un semplice supermercato si trasforma in una composizione geometrica ipnotica, dove perdersi con lo sguardo.

Invece in Rhein II il fiume Reno, privato digitalmente di elementi esterni, diventa una struttura minimalista all’interno dell’inquadratura, un perfetto esempio di paesaggio visto come struttura.

La visione metodica e rigorosa di Hilla e Bernd Becher ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia, ispirando generazioni di artisti.

Grazie al loro approccio analitico e alla loro estetica della ripetizione, hanno trasformato la fotografia industriale in una forma d’arte, elevando le strutture funzionali a soggetti di grande valore visivo.

Forse, grazie a loro, possiamo provare anche noi a guardare i paesaggi urbani e industriali con occhi nuovi.

Per approfondire:


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