Bentornati al nuovo appuntamento con A-Focus: l’ospite di oggi è Massimo Faccin, Trevigiano, classe 1970.

Dunque dopo Marco Lorenzetto, eccoci giunti ad una nuova intervista ai nostri lettori!

Quale è il tuo genere fotografico preferito o di quale genere fotografico ti occupi?

Il mio genere di fotografia preferito è il paesaggio anche se ogni tanto mi piace scattare qualche ritratto.

Ci racconti il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Il primo ricordo fotografico che mi viene in mente è sicuramente legato alla mia infanzia dove, in occasione del mio 14° compleanno, mi fu regalata una Polaroid.

Venezia di notte M.Faccin

Ricordo che non stavo nella pelle per la felicità, cominciai a scattare foto ad amici e parenti mettendoli in posa, tempo 10 minuti e avevo già terminato un pacchetto di foto.

Quale artista ti ha ispirato di più o a quale artista ti ispiri in questo momento?

Sinceramente non mi ispiro ad un artista in particolare.

Mi piace molto Ansel Adams e ogni tanto faccio mie un paio di sue massime: “Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare vuol dire che non è venuta bene” oppure: “Ci sono due persone in ogni foto: il fotografo e l’osservatore”.

Altri fotografi famosi a cui ogni tanto mi ispiro sono: Michael Kenna, famoso per le sue lunghe esposizioni, oppure Franco Fontana.

La notorietà di quest’ultimo è dovuta principalmente alla sua innovativa visione fotografica, che ha guidato e ispirato intere generazioni di artisti.

Franco è nato agli inizi degli anni ’30, in un mondo fotografico molto rigido e caratterizzato dall’uso del bianco e nero.

Un mondo che Fontana ha aiutato a cambiare ed arricchire, grazie alle innovative tecniche dei suoi scatti.

La fotografia di Fontana è caratterizzata infatti da un forte uso dei colori per veicolare la comunicazione delle proprie immagini.

I colori sono spesso esasperati e uniti a un sapiente uso delle geometrie e degli spazi.

Il risultato è una composizione fotografica tra l’astrattismo e la realtà, a metà strada tra fotografia e pittura.

Lo scatto/opera realizzata che ti ha dato maggiore soddisfazione?

Massimo Faccin - Squero di S. Trovaso, Venezia

Lo scatto che mi ha dato maggiore soddisfazione è sicuramente l’immagine dello “Squero di S. Trovaso” a Venezia, uno degli ultimi rimasti dove ancora oggi vengono prodotte e riparate le gondole.

L’edificio che lo ospita ha la forma tipica delle case di montagna, circostanza eccezionale per Venezia.

Il motivo è duplice:

  • Sia i carpentieri che il legname da costruzione provenivano da Cadore
  • L’inclinazione del piazzale antistante e la tettoia che in parte lo ricopre erano utili in caso di pioggia, oltre che come deposito per gli strumenti di lavoro.

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

La mia attrezzatura fotografica ad oggi è composta da un corpo macchina: Canon 5D MKIII.

I seguenti obiettivi completano il mio kit:

  • Canon 16/35 F4 L
  • Canon 70/200 F4 L
  • Sigma 85 F1.4 ART
  • Sigma 50 F1.4ART
Massimo Faccin - Chioggia sottomarina

Che consiglio daresti a chi si affaccia oggi per la prima volta al mondo della fotografia?

A chi si approccia al mondo della fotografia oggi direi di partire dalle basi.

Inizia con un corso di fotografia “base” e impara a usare il tuo mezzo: diaframma, tempi, iso, profondità di campo, ecc.

A me è servito molto, aprendomi un mondo nuovo e fino ad allora sconosciuto.

Prima la fotografia per me era: “punta e scatta” senza tanto pensare a quello che avevo davanti.

Con il passare degli anni e con la consapevolezza di voler fermare il tempo, seppur per un secondo, ho imparato a “comporre” l’immagine.

Alla fine direi a chi si approccia a questo mondo di uscire, scattare e divertirsi il più possibile: per me questa è Fotografia.


M.Faccin Portrait

Puoi trovare Massimo Faccin su:

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Continua a seguirci, la prossima intervista potrebbe essere la tua!

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