Aïché Nana, la turca desnuda – Roma, 5 novembre 1958.
Ci stiamo preparando a uscire per il servizio di pattuglia, io e il mio collega, quando arriva il commissario che ci dice di metterci in borghese e di seguirlo al Rugantino, qui a Trastevere, poco distante dal commissariato polizia.
Chissà che ordini strani ha ricevuto, però sempre meglio di starcene in giro di notte sulla volante.
Arriviamo al locale, un ristorante famoso in cui, con il misero stipendio che prendiamo, possiamo appena pagare il coperto, al massimo un caffè, niente di più.
Il commissario saluta una signora molto elegante, molto bella e molto giovane, e dopo aver parlato un po’ con lei ci avverte che più tardi ci sarà una festa privata.
Noi dobbiamo stare attenti ai furti, specialmente di pellicce, visto che il guardaroba è molto vicino all’ingresso.
Dopo un’oretta cominciano ad arrivare gli invitati, gente importante, almeno a vedere gli abiti sicuramente costosi che indossano, uomini con lo smoking, donne in abito da sera.
L’inizio della “Dolce Vita”

La guardarobiera, una signora di una certa età, con una specie di divisa da inserviente e una pettorina bianca inamidata, ci racconta che il locale è stato affittato in esclusiva dal miliardario americano Peter Vanderbilt per festeggiare il ventiquattresimo compleanno della contessina Olghina di Robilant, figlia del conte Carlo Nicolis di Robilant, ufficiale d’aviazione, e pronipote di Carlo Felice, generale e addirittura ministro degli esteri col governo Depretis, quasi un secolo fa.
Roba grossa.
Poi ce la indica, è quella che sta vicino al commissario, vedi tu che conoscenze altolocate che ha il nostro capo…
Pian piano arrivano gli ospiti e io ne riconosco qualcuno, ma solo perché l’ho già visto sui giornali oppure al cinema.
Ecco infatti l’attrice Eleonora Rossi Drago, c’è Linda Christian, che sembra aver dimenticato la morte del fidanzato, il pilota Alfonso de Portago, schiantatosi contro un albero con la sua Ferrari, durante la Mille Miglia di poco più di un anno fa.
Poi vedo Elsa Martinelli col marito, il conte Franco Mancinelli Scotti, e più in là Anita Ekberg, insieme a Federico Fellini.
E ancora i prìncipi Mario Ruspoli e Pierfrancesco Borghese.

Insomma, il fior fiore della società romana e internazionale.
Intanto ha cominciato a suonare il complesso musicale assoldato per l’occasione, la Roman New Orleans Jazz Band, come c’è scritto sulla cassa.
Gli inviati iniziano a ballare, i bicchieri si svuotano e si riempiono, il fumo di sigarette di lusso, mica le nostre Nazionali, ha già riempito il locale.
Insomma, tutti si divertono, meno noi e la guardarobiera, che si è seduta su uno sgabello a leggere un fotoromanzo, sicuramente è quello che fa tutte le sere nei tempi morti.
Ormai la festa è nel vivo e sento che gli ospiti si stanno eccitando e qualcuno, complice forse anche l’alcol, si sta lasciando andare, infatti il brusio sommesso di prima si è trasformato lentamente in un vociare sempre più alto, quasi al pari del volume della musica dell’orchestrina.
Gli animi si scaldano sempre più, la Ekberg inizia a ballare scalza, con le scarpe in mano, mentre i fotografi, che si erano imbucati alla festa nascondendo le macchine fotografiche sotto i cappotti, prendono a scattare foto e far lampeggiare i flash a ripetizione.
Aïche Nana: Lo striptease nel paese in cui veniva censurata Brigitte Bardot
All’improvviso, quasi a mettersi in competizione con l’attrice svedese, una bellissima e giovane ragazza, con una massa di capelli neri in testa, inizia a slacciarsi il vestito, attirando l’attenzione dei presenti.
L’atmosfera si surriscalda, la ragazza si spoglia restando in mutandine e reggiseno neri, mentre balla una danza esotica, sottolineata dal battito di mani e dal suono ripetitivo del tamburo.

Continua a ballare su un improvvisato tappeto, di tovaglie bianche e giacche scure da uomo, e … via anche il reggiseno, gesto accompagnato da urla e grida di gioia.
A quel punto il nostro capo, pregato dalla contessa di Robilant, interrompe lo spettacolo, la ragazza fugge verso il guardaroba coprendosi alla meno peggio, e la guardarobiera la nasconde nella toilette.
La festa non può più proseguire, si è superato il limite della decenza e del pudore.
Il commissario prende in mano la situazione e manda un cameriere a portare i vestiti alla ragazza e di accompagnarla all’uscita, poi ordina a tutti i fotografi di lasciare il locale, non prima di essersi fatto consegnare i rullini fotografici.
Tutti eseguono tranquillamente, senza protestare, e la cosa mi puzza, li conosco troppo bene, i fotografi romani, per una foto sensazionale venderebbero l’anima, sono disposti a tutto anche a farsi picchiare dagli attori, come succede sempre più spesso per le vie di Roma.
Secondo me hanno consegnato i rullini non impressionati e nascosto gli altri, magari passandoli a qualche insospettabile.
Anche perché tra loro c’è Tazio Secchiaroli, uno dei più famosi fotoreporter romani, e non ci credo che non abbia salvato le foto della serata.
Per sapere se ci ha fregato basterà aspettare qualche giorno e sfogliare uno dei tanti rotocalchi che vanno tanto di moda adesso.
* * *

Il racconto che avete appena letto trae spunto dal notissimo episodio dello spogliarello di Kiash Nanah, meglio conosciuta come Aïché Nana (Beirut 1936-Roma 2014), di professione attrice e ballerina.
Paparazzi, impertinenti ladri d’immagini
Tazio Secchiaroli era riuscito a “trafugare” il rullino con le foto scattate quella sera, affidandolo a Enrico Lucherini, celebre press agent delle dive, per poi riprenderlo qualche ora più tardi all’uscita del locale.
Censurate con le solite striscioline nere, le foto vennero pubblicate il 16 novembre sul periodico L’Espresso con l’accattivante titolo “La turca desnuda”, facendo subito il giro del mondo; un’altra rivista le pubblicò col titolo “L’or*ia dell’aristocrazia romana”.
Lo scandalo che ne seguì ebbe anche conseguenze giudiziarie.
Chiusero il locale per qualche giorno e multarono alcuni musicisti e ospiti per aver eccitato la ballerina con musica e urla.
Da parte sua Aïché Nana rimase sempre prigioniera di quello spogliarello e di quelle foto, scandalose per l’epoca.
La carriera di attrice, che stava iniziando a percorrere, non decollò mai pur avendo girato in seguito tredici film.
L’episodio dello strip tease venne ricordato nel film La Dolce vita di Fellini del 1961, però interpretato da Anita Ekberg.
Il regista inserì nello stesso film anche il famoso bagno della Ekberg nella Fontana di Trevi, che nella realtà fu Olghina di Robilant, la stessa contessina festeggiata al Rugantino, a immergersi nella fontana per poter vincere le 10.000 lire di una scommessa.
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