Cosa vuol dire scattare in pellicola oggi? Scopriamo l’incomprensibile fascino dell’analogico in un complessivo di 3 articoli.

Sempre più fotografi stanno (ri)scoprendo le caratteristiche uniche della fotografia analogica.

Ma cosa spinge anche i giovanissimi a approcciarsi alla fotografia utilizzando soluzioni apparentemente complesse e controproducenti?

Chi inizia a fotografare con la pellicola all’inizio è attratto dalla sua aura vintage romantica e dalla possibilità di “toccare le proprie immagini”.

Il caricare e lo scaricare il rullino o lo chassis è un gesto che richiede attenzione e per molti assume le caratteristiche di un rito.

Chi di voi scatta in pellicola conosce bene l’emozione di estrarre dal proprio apparecchio fotografico la pellicola esposta, soprattutto se contiene scatti particolarmente importanti.

In un mondo dove la fotografia è stata resa liquida e fruibile in maniera diffusa dal digitale in molti hanno cominciato a sentire il bisogno di ricostruire un rapporto fisico con l’immagine.

Con la fotografia analogica l’immagine è legata indissolubilmente al supporto foto chimico sul quale viene impressionata e ciò ci permette di possedere e in qualche modo toccare le nostre fotografie.

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Quando scattiamo in digitale il nostro file RAW è un insieme di dati che può essere sviluppato come meglio crediamo.

Col digitale la nostra immagine (con le dovute limitazioni) può cambiare temperatura colore, esposizione, contrasto in maniera estrema senza tuttavia subire grossi danni.

Per quanto riguarda la fotografia su pellicola, nonostante sia possibile in fase di sviluppo e stampa analogica apportare modifiche e correzioni, il mood dei propri scatti è in gran parte determinato dal tipo di pellicola utilizzato.

Scegliere se scattare in pellicola: negativa colore, positiva colore o bianco e nero cambia drammaticamente l’aspetto delle proprie immagini senza possibilità di tornare indietro.

Inoltre esistono sostanziali differenze fra i vari brand che producono pellicole

Queste  differenze sono così profonde che spingono i fotografi a prediligere un tipo di supporto analogico piuttosto che un altro in base al tipo di scena da fotografare e al loro gusto autoriale.

A questo punto molti si sentiranno imprigionati dalle limitazioni della fotografia analogica che ci costringe a un numero limitato di scatti vincolati a un supporto che a priori ne determina l’estetica e quindi in parte la riuscita finale.

Effettivamente scattare in pellicola è una scelta coraggiosa e apparentemente irrazionale!

Tuttavia sono proprio i limiti/caratteristiche uniche e il carattere estremo del supporto fotografico analogico ad attirare un numero di fotografi in continua crescita.

Fotografare in questo modo ci costringe a sviluppare un rapporto fisico e consapevole con l’immagine.

Come abbiamo detto in precedenza ogni tipo di pellicola ha una sua “anima” e imparare a conoscerla richiede tempo e pratica.

Quindi uno dei pochi consigli che possiamo dare è quello di sperimentare il più possibile

Parlando di caratteristiche uniche la prima cosa che ci viene in mente quando visualizziamo mentalmente l’idea di “fotografia analogica” è quella di una foto in bianco e nero magari a alto contrasto con una bella grana.

È proprio la grana una delle poche cose che la fotografia digitale ha invidiato e continua a invidiare (nonostante i grandi progressi degli ultimi anni) a quella analogica.

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Basti pensare a quanti preset di simulazione grana sono presenti in commercio.

La grana infatti non è solo un mero dato tecnico ma un vero e proprio linguaggio fotografico che va conosciuto e utilizzato in maniera appropriata.

Esistono tanti tipi di grana quanti sono i tipi di pellicola e i modi di svilupparla

Inoltre, la scelta di una pellicola piuttosto che un’altra determinerà anche il tipo di contrasti e di cromie da cui si partirà per arrivare alla stampa finale.

Oggi il dibattito è limitato alle tendenze e alle dominanti dei sensori delle nostre macchine fotografiche digitali.

Nel mondo dell’analogico invece ogni tipo e marca di pellicola ha un modo unico di rappresentare le cromie della scena fotografata a prescindere dalle correzioni pre stampa.

Con questo articolo abbiamo introdotto le tematiche fondamentali che affronteremo nelle prossime uscite dedicate alla fotografia analogica e alla stampa fine art.

Appare evidente che ci troviamo davanti a un mondo complesso che richiede non solo tempo ed esperienza, ma anche il coraggio di fotografare sostituendo al display delle fotocamere digitali la capacità di pre-visualizzazione.

Scattare in analogico vuol dire progettare le proprie immagini scegliendo:

perché-scattare-in-pellicola-oggi
  • pellicola
  • apparecchio fotografico
  • sviluppo
  • stampa

Avendo bene in mente il risultato che vogliamo ottenere.

Chiaramente questo è un approccio accademico contrapposto a quello Lomografico.

Ma non vi preoccupate! Parleremo anche degli aspetti ludici della pellicola.

Nei prossimi articoli parleremo in maniera più dettagliata di come ottenere il meglio dai propri scatti analogici.

Con un’attenzione particolare al mondo della scansione professionale e della stampa fine art.

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