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LARTIGUE e KERTESZ: Maestri della fotografia moderna

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Mostra fotografica Lartigue e Kertesz

Mostra fotografica – Riccione, Villa Mussolini – fino al 6 aprile

Jacques Henri Lartigue e André (Andor) Kertèsz sono nati entrambi nel 1894 e sono tra i più famosi fotografi del Novecento.

A parte questo, nient’altro li lega: francese il primo, ungherese naturalizzato americano il secondo; di famiglia facoltosa il primo, benestanti i genitori del secondo.

Anche il modo di fotografare il mondo, la rappresentazione della realtà che li circonda, e quindi le proprie emozioni è differente.

Jacques Henri Lartigue: Il fotografo che ha ritratto la felicità

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Lartigue nasce a Parigi da un imprenditore di grandi capacità, che porterà la famiglia del giovane Jacques a vivere addirittura in un castello e poi in un appartamento nel centro della città.

Dal padre, appassionato di fotografia, riceverà già da bambino una fotocamera, con la quale inizierà a documentare la vita agiata che si svolge intorno alla sua famiglia o nei luoghi più prestigiosi di Parigi.

Nelle sue fotografie si respira l’aria di una società che non ha problemi, che si diverte, con le signore ben vestite che passeggiano nel Bois de Boulogne.

Influenzato dal fratello maggiore, Maurice, appassionato di motori, Jaques inizia a scoprire il mondo dell’aviazione e dell’automobile.

La sua più famosa fotografia del 1913, che lo indentificherà per sempre, raffigura il pilota René Croquet che sfreccia su una Théo Schneider deformata dalla gran velocità.

Nelle foto di Lartigue il movimento verrà spesso accostato alla ricerca della felicità, come il tennista catturato a mezz’aria mentre colpisce la palla in una schiacciata energica, oppure la serie dei suoi amici ritratti mentre saltano nel tentativo di catturare farfalle.

Ritrae anche il fotografo americano Richard Avedon in un agile salto in avanti con una Rolleiflex in mano.

Scatti istantanei con i quali Lartigue vuole raccontare la felicità che lo circonda, quella in cui vive al momento, nel tentativo di fermarla e poterla guardare di nuovo all’occorrenza.

André Kertész: Il fotografo malinconico

Kertesz

Nato in una famiglia della media borghesia di Budapest, appena terminati gli studi Kertèsz inizia a lavorare alla Borsa Valori, impiego che gli permette di acquistare la sua prima fotocamera.

Viene arruolato dall’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale ed ha così modo di documentare la dura vita dei soldati nelle trincee del fronte: purtroppo quei negativi andranno persi durante le sommosse di Budapest del 1918.

Sono però l’inizio della futura fotografia di Kertèsz, riflessiva e introspettiva, indirizzata a raccontare la realtà quotidiana, più vera, più pensata, intimista: i suoi soggetti sono persone comuni come il “Violinista cieco”, il “Barbone seduto”, il “Ragazzo addormentato”.

A Parigi, dove arriva nel 1925, viene a contatto con Marc Chagall e Constantin Brancusi; fotografa Piet Mondrian e il suo studio (famosa è la foto della sua pipa e di due paia di occhiali); conosce i fotografi Man Ray e il connazionale Brassaï, pseudonimo di Gyula Halász, che gli presta anche la fotocamera.

Influenzato dalle correnti artistiche e culturali di quegli anni si avvicina al surrealismo pubblicando nel 1933 il volume Distorsions, in cui i soggetti risultano scomposti attraverso un gioco di specchi deformanti da circo.

In America ritorna alla sua ricerca della quotidianità, tema poco accettato inizialmente dalle agenzie perché “le sue immagini dicevano troppo” (Life); riuscirà ad esporre al MoMA di New York solo nel 1964, un anno dopo di Lartigue.

Cartier-Bresson ha detto di lui: “Ah, Kertész, tutti noi gli dobbiamo molto! Qualsiasi cosa noi facciamo, Kertész l’ha fatta prima” e il poeta dadaista Paul Dermée ha scritto questi versi in occasione della sua prima mostra del 1927: “Kertész, occhi innocenti di cui ogni sguardo sembra il primo […], nel nostro ospizio di ciechi, Kertész è il fratello che vede per noi”.

Jaques Henri Lartigue e André Kertész: Maestri della fotografia moderna

Mostra fotografica Lartigue e Kertesz

La mostra di Lartigue e Kertèsz è allestita a Riccione nella villa che fu per molti anni la residenza estiva della famiglia Mussolini.

Le circa 100 fotografie, in totale, sono esposte senza una separazione netta dei due autori, differenziandosi solo grazie a didascalie di diverso colore: se in un primo momento ciò può creare un po’ di confusione allo sguardo, in realtà è utile per comprendere le differenze e le affinità, che pure ci sono, fra questi “maestri della fotografia moderna”.


La mostra termina il 6 aprile, trovi maggiori informazioni sul sito civita.art.

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