In questo articolo voglio parlarti di lei, la Kodak Ultra F9, una fotocamera analogica punta e scatta che mi ha accompagnato dai mesi estivi fino a poco fa.
Ormai è risaputo, negli ultimi anni, la nostalgia per il passato ha riportato in auge oggetti e abitudini che sembravano destinati a sparire.
La fotografia analogica, con il suo fascino senza tempo, è uno degli esempi più lampanti di questo fenomeno.
In un’epoca dominata dal digitale e dall’immediatezza, il processo lento e meditativo di scattare con una fotocamera a pellicola rappresenta un’esperienza unica e personale.
Per molti, è un modo per riscoprire l’essenza della fotografia: comporre l’immagine con cura, accettare l’imprevedibilità del risultato e apprezzare la fisicità della stampa.
La Kodak Ultra F9 si inserisce perfettamente in questo contesto, unendo il fascino retrò a una semplicità d’uso che attrae sia i nostalgici che i nuovi appassionati.
Kodak Ultra F9: La mia esperienza con al fotografia a pellicola
La Ultra F9 è una fotocamera analogica riutilizzabile da 35mm/135 e, prima di procedere con la mia esperienza, ecco giusto qualche caratteristica tecnica.
Ha un flash integrato che necessita di una batteria AAA, una velocità dell’otturatore di 1/120s, un’apertura del diaframma di F9 (come intuibile dal nome) e un obiettivo di 31mm.
Proprio per queste caratteristiche e la sua semplicità, è perfetta da portare con te, puntare, scattare ed il gioco è fatto.
Puoi catturare, così, i tuoi momenti più belli e spontanei.
Io l’ho portata con me durante l’estate e ho finito il rullino non molto tempo fa.
Ho utilizzato la pellicola Kodak T-Max 400, ideale sia per foto all’aperto che al chiuso, giusto per avere un po’ di flessibilità anche se, a dire il vero, ho quasi sempre scattato all’aperto.
I suoi 36 scatti coprono un arco temporale di circa 3 mesi, proprio perché il numero limitato di esposizioni richiede un processo di scatto molto più ponderato.
Quello che ti regala è un’esperienza unica e autentica con immagini caratterizzate da una trama e una grama inimitabile, impossibile da replicare con il digitale.
Sviluppo pellicola analogica:
Per lo sviluppo ho deciso di rivolgermi ad uno dei pochi laboratori che ancora effettuano questa tipologia di lavoro.
Non sono facili da trovare, non sono più in molti a sviluppare pellicole e, spesso, i tempi ed i costi non sono molto favorevoli.
Niente di proibitivo sia chiaro, soprattutto se parliamo di pochi rullini sviluppati all’anno, ma sicuramente da mettere in conto.
Se la fotografia analogica dovesse appassionarti ed i rullini da sviluppare cominciassero ad aumentare sappi che esistono alcune soluzioni fai da te molto semplici ed intuitive.
Una soluzione può essere la Lab-Box, una tank per lo sviluppo da solo, dove vuoi, senza andare in camera oscura.
Supporta i formati da 120 e 135, ti basterà aggiungere i due liquidi, quello per lo sviluppo e quello per il fissaggio e seguire attentamente le istruzioni.
Dopodiché ti basterà una fotocamera, un obiettivo macro possibilmente ed il tool Negative Lab PRO di Lightroom per la scansione e conversione del file.
A questo punto potrai sperimentare il fascino e l’unicità dei tuoi scatti!
Se stai valutando di buttarti nella fotografia analogica puoi rivolgerti ad i Partner autorizzati: