Tra gli autori che abbiamo analizzato fino ad oggi in questa rubrica sulla Storia della Fotografia, Lartigue è per certo quello che prende in mano la macchina fotografica più giovane.
Nel 1902 il padre gli regala una macchina fotografica, che possono permettersi perché sono una famiglia francese borghese, e lui inizia a ritrarre il proprio mondo, i giocattoli, la sua piccola quotidianità.
Inizialmente il papà lo aiuta a sviluppare i propri scatti, ma il ragazzino non ci mette molto a diventare autonomo nel lavorare alla stampa delle proprie immagini.
Comincia in questo periodo un’abitudine che lo accompagna per tutta la vita: scattare è per lui una sorta di diario, un appunto visivo.
Negli anni realizza qualche decina di migliaia di immagini.
Due anni dopo quella macchina fotografica regalatagli dal padre, Lartigue comincia a lavorare ad esperimenti, come le doppie esposizioni e addirittura una rudimentale fotografia tridimensionale, che sperimenta con una macchina particolare.
A 16 anni comincia a fotografare le dame al passeggio e con le sue fotografie getta le fondamenta per la fotografia di moda.
Non è la moda però al centro della ricerca di Lartigue, il suo lavoro è per lo più centrato sul concetto di Felicità e di ricerca della stessa
Dopo la Seconda Guerra Mondiale le sue foto più celebri sono i ritratti di personaggi famosi.
Nel 1963 viene fatta la sua prima mostra personale al MoMa di New York e la rivista Life gli dedica 10 pagine del numero di novembre.
Questo numero è molto importante, perché è lo stesso in cui si parla dell’omicidio del Presidente Kennedy e questa fortuita coincidenza frutta moltissima pubblicità al lavoro di Lartigue.
In seguito a questa mostra, che è il suo primo riconoscimento ufficiale come fotografo, Jacques Lartigue decide di aggiungere il nome Henri al proprio.
Henri è il nome del padre, che tanto lo aveva introdotto nel mondo della fotografia.
Nel 1966 esce “l’Album de Famille” in concomitanza con la mostra a Photokina di Colonia, altra consacrazione per il fotografo, confermata poi dall’amicizia e la collaborazione con Richard Avedon, il quale cura insieme a Bea Feitler la pubblicazione di “Diary of a Century” uscito nel 1970.
Nel 1974 viene inaugurata la mostra Lartigue 8×80, la più grande retrospettiva sulla fotografia francese fatta fino a quel momento e nel 1979 il fotografo decide di donare tutto il suo materiale fotografico, comprendente foto, negativi, macchine fotografiche, diari allo Stato francese.
Da questa donazione nasce l’Association des Amis de Jacques Henri Lartigue, supervisionata dal Ministero della Cultura
Le mostre sulle opere e il lavoro di Jacques Henri Lartigue continuano nel mondo ancora oggi
Ci sono due fatti curiosi da analizzare di questo fotografo:
- Il primo è che il suo sguardo è sempre rimasto vincolato al suo primo approccio alla macchina fotografica, ossia questa visione fanciullesca ma mai banale del mondo
- La seconda è che pare che lui si sia sempre presentato come pittore, attività che ha sempre svolto in parallelo alla fotografia
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