Ciao mi chiamo Ivan D’Antonio e sono un ambassador europeo di Canon e oggi volevo parlarvi del mio nuovo progetto.

È un qualcosa di diverso da quello che faccio di solito, ovvero:

  • Video musicali
  • Pubblicità
  • Cortometraggi

Per realizzare il progetto Ode alla Terra. Funerale (qui il comunicato), che mi vedeva coinvolto in qualcosa che non facevo da tanto tempo, ovvero la pittura (che è stata il mio primo amore e il mio ingresso nel mondo dell’arte), ho avuto la fortuna di avere il supporto tecnico di Canon Italia e Universo Foto.

Cosa c’entra il mondo della pittura con l’imaging digitale?

In realtà tutto quello che noi oggi viviamo come fotografia e video parte da un bisogno primordiale dell’uomo, che è quello di esprimersi e di raccontare storie.

All’inizio si faceva con il disegno, con la pittura… 

…poi grazie alla tecnologia questo linguaggio si è potuto evolvere in altre forme, come la fotografia e il video per esempio.

Ho lavorato per molti anni con la pittura, poi sono passato al video per la curiosità che mi ha messo questa nuova forma di espressione.

Perché col digitale il video è diventato più democratico

Prima girare qualcosa in pellicola era molto più difficile perché i costi erano enormi; invece con il digitale tutti hanno avuto accesso a questa tecnologia, me compreso che, nel 2010 circa, comprai la mia prima 5D Mark ii.

Da lì ho cominciato a muovere i miei primi passi nel mondo del videomaking fino a diventare ambassador Canon.

Sono passato dal mondo analogico della pittura a quello digitale del film making; adesso ho voluto fare un passo indietro.

Questo non perché il video non mi desse quello che stavo cercando, ma semplicemente perché c’è un motivo per cui scelgo il medium che darà vita a quello che ho in mente.

Quando voglio parlare di storie che hanno come filo conduttore il tempo, cioè delle storie che hanno bisogno di evolversi nel tempo, il video è il mezzo ottimale.

Invece in questo caso volevo creare delle immagini fisse, un qualcosa di sospeso

Ho scelto la pittura perché mi è più vicina rispetto alla fotografia tradizionale, perché comunque sono cresciuto con la pittura e la capacità di poter modellare esattamente quello che ho in testa mi ha permesso di arrivare prima a quello che volevo.

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E inoltre, quando si parla di cambiamento climatico si ha sempre paura che bisogna tornare in qualche modo indietro, abbandonare alcune abitudini che abbiamo adesso.

Con Ode alla Terra. Funerale invece ho voluto testare in prima persona cosa vuol dire tornare a vivere come facevo 15 anni fa.

Quindi essere dipendente della luce naturale, perché quando va via la luce naturale devo smettere di dipingere, perché le luci artificiali non mi fanno percepire i colori nella maniera giusta.

Quindi mi sono un po’ in qualche modo riaccordato con i ritmi naturali; penso che questa scelta sia proprio legata al tema che ho trattato.

La riproduzione di un dipinto è un processo davvero sottile perché i colori non sono gli stessi della natura.

Certamente si cerca, almeno nel mio caso, un certo realismo ma voglio essere libero di interpretare le sfumature nella maniera che mi sembra più corretta per il messaggio che sto dando, quindi ad esempio:

  • Un incarnato posso farlo più sul giallo più sul rosso in base all’atmosfera che voglio creare
  • Le foglie degli alberi magari voglio farle più fredde per sottolineare un qualcosa di interiore che vivono i personaggi all’interno della scena

Quindi non è una semplice riproduzione della realtà ma è un riprodurre qualcosa che è stato interpretato.

Qui entra in campo tutta la tecnologia dell’imaging di Canon

Perché Canon può seguire questo processo dalla macchina fotografica alla stampa su carta, quindi con un controllo su tutta la “filiera” della riproduzione dell’immagine.

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Sono davvero esigente per quanto riguarda i colori, quindi avere accesso a questa tecnologia mi ha aiutato davvero a ottenere quello che avevo in mente.

Anche perché le stampe delle opere poi andranno in giro nelle case di chi vorrà averne una e devo essere certo che quando guarderanno quella riproduzione in qualche modo è come se stessero guardando l’opera originale.

Fotografare un dipinto ad olio è diverso rispetto al fotografare un’altra tecnica pittorica, perché l’olio è riflettente.

Qualsiasi luce viene riflessa dalle pennellate.

C’è  una tecnica che si utilizza per fotografare al meglio queste opere ed è quella di polarizzare sia le luci che mettere un polarizzatore sulla lente.

Questo fa sì che si riescono a eliminare tutti i raggi che rimbalzano intorno.

E quindi essere molto accurati nella produzione sia dei colori, perché si evitano i riflessi, che dei dettagli perché si evitano quei puntini di luce classici di quando si fotografa un’opera a olio ma non si conosce questa tecnica.

color-checker

Una volta realizzate le foto delle opere si deve passare alla post produzione per cercare di rendere alla perfezione quello che si è fotografato sulla carta.

Io utilizzo un color checker che mi aiuta a ritrovare esattamente le tonalità del dipinto originale e a riprodurre su carta.

Ho scelto una carta fine art per la riproduzione

Quindi opaca e leggermente ruvida perché mi ricorda un po’ le carte che si usano per l’incisione.

È opaca che tiene il colore nella sua maniera caratteristica è un qualcosa che dà ancora più valore a quello che si è stampato.

Durante la mostra ci sarà un piccolo spazio interattivo dove, sempre con la collaborazione di Canon Italia e Universo Foto, allestiremo uno spazio dove i visitatori potranno fotografarsi immersi in una delle opere pittoriche e poi stampare subito un ricordo con una Canon Selphy.

Questa è una cosa a cui tengo molto perché nel mondo digitale si sta un po’ dimenticando quello che è l’avere tra le mani un’immagine, avere quindi un foglio che porteremo con noi e che sarà un bel ricordo.

Con il mio ritorno alla pittura si lega anche un po’ questo elemento.

Il ritorno alla fotografia fisica, come mi piace chiamarla, è qualcosa in cui credo veramente e Canon, con la sua linea di stampanti che riesce a portare nelle nostre case e nei nostri studi, garantisce una qualità di stampa a cui davvero non eravamo abituati. Quindi da adesso possiamo realizzare direttamente noi delle stampe a regola d’arte.

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