Parigi, metà giugno 1950 – Il bacio dell’Hotel de Ville, Robert Doisneau

Robert Doisneau apre con curiosità la copia della rivista Life su cui è stato pubblicato il suo ultimo servizio fotografico, con un breve testo d’accompagnamento da parte della redazione.

«In altre città le coppie timide di solito cercano parchi o strade deserte per il loro amore.

Ma a Parigi giovani coppie vigorose, determinate a difendere l’onore municipale, possono essere osservate in un corteggiamento sfacciato anche nelle parti più affollate della città.

Va avanti tutto il giorno, questo bacio pubblico, e anche tutta la notte.

Ma il fotografo Robert Doisneau, […] ha scattato le foto senza posa di queste pagine.

Solo i turisti prestano attenzione allo sbaciucchiamento.

Il pubblico francese lo ignora completamente, sorride di approvazione anche quando si mette in mezzo»

Life 12-6-1950 p16 - Robert Doisneau

Sorride, leggendo la frase “ha scattato le foto senza posa di queste pagine”…

Ricordava che aveva sorriso anche quando qualche tempo prima la rivista americana gli aveva commissionato quel servizio, forse considerato pruriginoso: fotografare gli innamorati parigini che si baciavano per le strade, era un’abitudine francese, guardata con disapprovazione in tutto il resto del mondo, in particolare nella puritana America, dove ‘queste cose’ accadevano solo al cinema.

Oppure nelle grandi occasioni, come il marinaio che aveva baciato l’infermiera alla fine del secondo conflitto, ma quella era stata una faccenda diversa, che non aveva dato scandalo.

In fin dei conti, Parigi era o non era la capitale dell’amore e del bel vivere?

Così era sceso in strada, alla ricerca di soggetti da immortalare mentre mostravano pubblicamente il loro amore davanti a tutti.

Di fronte al poliziotto di guardia al Palazzo dell’Eliseo, o mentre attraversavano Rue de Rivoli, oppure fermandosi in mezzo alla strada bloccando il traffico, o addirittura sul predellino del tram in corsa.

Life 12-6-1950 p17 - Robert Doisneau

Senza che nessuno si indignasse o altro.

Neanche la vecchina, seduta vicino a due innamorati su Pont Neuf, aveva qualcosa da dire.

Li guardava con tenerezza e forse, come suggeriva la didascalia di una foto pubblicata sulla rivista, pensava ai bei tempi di una gioventù ormai lontana.

Doisneau, per essere un ‘fotografo di strada’, era timido e in questo caso il fatto di fotografare persone che si baciavano diventava un problema.

Certo, qualche foto l’aveva ‘rubata’, grazie alla Rolleiflex che gli permetteva di passare inosservato.

Ma per altre aveva chiesto il permesso, d’altra parte dietro quei baci potevano nascondersi coppie clandestine, che una fotografia avrebbe reso pubbliche, con spiacevoli conseguenze.

Meglio chiedere, quando possibile, proprio come aveva fatto con quei due giovani ragazzi, vent’anni o poco più, che aveva visto baciarsi in un caffè.

Françoise e Jacques, questi i nomi, avevano accettato allegramente quel diversivo dalla quotidianità, non era difficile, bastava continuare a baciarsi come un minuto prima.

Poi lei, che studiava teatro al prestigioso ‘Cours d’art dramatique René-Simon’, l’aveva considerato un provino, come ne aveva già sostenuti altri.

Un paio di giorni dopo, Doisneau e i ragazzi si erano dati appuntamento davanti all’Hotel de Ville, dove i due innamorati avevano ripreso a baciarsi, senza venire interrotti dal fotografo, che aveva atteso qualche attimo prima di scattare, in modo da rendere più naturale la scena, più “rubata”.

Poi ognuno aveva ripreso la propria strada.

Doisneau chiude le pagine della rivista su quelle poche foto pubblicate, pensando alle altre che non erano state scelte, a quegli innamorati che forse avrebbero continuato il loro amore, o forse ne avrebbero rincorso un altro.

Robert Doisneau - provini a contatto

In ogni caso, dell’amore di quei giorni sarebbe rimasta solo una foto, una vecchia foto, come cantava anni prima Charles Trenet:

«Che resta dei nostri amori? / Che resta di quei bei giorni? / Una foto, una vecchia foto / della mia giovinezza…»

* * *

Il racconto che avete appena letto è frutto della mia fantasia e trae spunto dall’iconica foto di Robert Doisneau, intitolata Le baiser de l’Hôtel de Ville, Il bacio dell’Hotel de Ville.

Due ragazzi, Françoise Bornet e Jacques Carteaud, si scambiavano un bacio appassionato davanti al Municipio di Parigi, in uno scatto da tutti considerato colto al volo dall’occhio esperto del fotografo.

In realtà quella foto non piaceva molto all’autore.

La chiamava l’image pute, ‘la foto ruffiana’, forse perché sapeva che in qualche modo era stata costruita, almeno in parte.

Eppure quella foto, fra le tante scattate da Doisneau per il servizio di Life, divenne il simbolo dell’amore universale solo perché nel 1986 un editore la scelse per la stampa di un poster in più di 400.000 copie, diventando subito un successo.

Poco importa che la foto non fosse stata rubata, come assicurato dalla rivista Life, ma costruita appositamente.

L’immagine di quel bacio si distacca dalla realtà ed è entrata nell’immaginario collettivo di tutte le generazioni di innamorati, campeggiando su libri, poster, cartoline, scatole di cioccolatini.

Purtroppo il successo, cresciuto di anno in anno, ebbe dei risvolti legali che coinvolsero Doisneau.

Françoise Bonnet - ©Eric Feferberg

Nel 1992 Jean e Denise Lavergne si spacciarono per i protagonisti della foto, chiedendo al fotografo 500.000 franchi di danno per violazione della privacy.

Fortunatamente furono smascherati e la richiesta venne rigettata dal Tribunale di Parigi.

Sulla stessa scia, allora, si fece avanti anche Françoise che chiese a sua volta 100.000 franchi, dimostrando di essere la ragazza ‘del bacio’, grazie a una stampa numerata e timbrata regalatale poco tempo dopo lo scatto dallo stesso Doisneau.

Il fotografo dichiarò che aveva ragione, ma lei e il suo compagno erano stati pagati e quindi avevano ceduto i diritti: il tribunale rigettò anche questa richiesta.

Da parte sua Jacques, l’ex fidanzato, si era rifiutato di partecipare alla causa civile perché non voleva «trasformare questa storia fotografica in una storia di denaro».

Françoise, invece, si fece meno scrupoli e mise all’asta la sua copia originale ricavandone 155.000 euro, che impiegò per sostenere giovani registi con la sua casa di produzione ‘Esperances’.

D’altra parte, in un’intervista, aveva dichiarato: «Trovo che è una foto che non ha più ragione di esistere e io non la guardo più».

Non erano più lei e Jacques, al tempo del loro giovane amore, ma rappresentavano gli innamorati di tutto il mondo e di tutti i tempi.


Tu conoscevi l’iconico scatto “Il Bacio dell’Hotel de Ville” di Robert Doisneau? Facci sapere cosa ne pensi nei commenti qui sotto!

2 Commenti

  1. Trovo molto valida la tua “invenzione letteraria”, Vincenzo Valentini, alla ricerca di una storia di fantasia. Ora la hai arricchita di altri particolari storici realmente accaduti. Grazie alla tua fantasia potresti “inventare” e girare brevi cortometraggi su storie di fotografia con stile vecchi film antichi, magari solo scattando immagini “cucite insieme”.

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