Eccoci giunti ad un nuovo appuntamento con le interviste ai nostri lettori: oggi facciamo la conoscenza di Giuseppe Giancarlo Calascibetta.

Nato nel 1988 attualmente vive a Riesi, comune dell’entroterra siciliano, nella provincia di Caltanissetta.

Nel 2014 si dedica alla fotografia artistica su incoraggiamento del suo amico fotografico Giò Calascibetta, da cui apprende le basi del ritratto in bianco/nero.

Appassionato di antropologia e degli usi e costumi del territorio, inizia a usare la fotografia di paesaggio per documentare la geografia e la storia del suo territorio.

Si avvicina molto presto allo studio del marketing territoriale: una disciplina che unisce l’economia, la storia, la geografia e la comunicazione visiva.

Qual è il tuo genere fotografico preferito?

G. Giancarlo Calascibetta Portrait

Il ritratto fotografico, perché ti permette di raccontare le storie e gli stati d’animo delle persone.

Il ritratto, come il paesaggio, è un’esperienza emozionale introspettiva dove smetti di pensare e riflettere.

Inizi a percepire un senso di vuoto subito da riempire con la luce, le ombre e sguardi.

La fotografia ti permette di creare un alfabeto di metafore iconografiche proveniente da un tuo background culturale ed esperienziale che maturi con i tuoi occhi e la tua creatività.

Il ritratto è imprimere le emozioni che un soggetto ti trasmette o ti risultano familiari.

Guardare negli occhi la persona è il primo passo per entrare nella sua intimità; il secondo passo è entrare in sintonia e scattare.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Torre di manfria di Giuseppe Calascibetta

Avevo 6 anni e scrutavo con curiosità il fotografo che veniva a scuola a realizzare le fotografie ricordo dell’anno scolastico.

Ogni volta che doveva scattare gli andavo dietro per vedere come realizzava le foto.

In più, ricordo che realizzavo la macchina fotografica con le costruzioni lego.

Poi a 8 anni ho iniziato a fotografare quando mi è stata regalata la macchina fotografica compatta per le gite scolastiche. 

C’è un’artista a cui ti ispiri o che ritieni fondamentale nel tuo percorso?

Si, il mio insegnante Giò Calascibetta che mi ha incoraggiato a intraprendere questo percorso fotografico trasmettendomi la passione per il ritratto bianco e nero.

Seguo con passione Eolo Perfido come ritrattistica e street photography, Ferdinando Scianna, Letizia Battaglia e Steve McCurry.

Qual è la fotografia iconica che vorresti aver realizzato tu?

Dalì Atomicus” del 1948 di Philippe Halsman.

Uno scatto fotografico realizzato senza l’uso di Photoshop ricorrendo all’intelligenza, alla creatività e alla formazione di entrambi gli artisti.

Parlaci del tuo scatto che ti ha dato maggiore soddisfazione.

La Ballerina del Tempo G. Calascibetta

Lo scatto fotografico “La ballerina del tempo” che è stata pubblicata sul catalogo d’arte L’arte in quarantena edita da Mondadori e TGCOM24.

Questo scatto fotografico racconta di una ragazza che balla e vuole librarsi nell’aria mentre tutto il suo mondo sta cadendo a pezzi.

In questo scatto volevo descrivere la mia resilienza e la mia voglia di sorridere alla vita mentre il mondo ti condanna all’infelicità e all’insoddisfazione perenne.

Uno scatto che mi rappresenta visto che amo la danza anche se non amo ballare.

Chi è Giuseppe Calascibetta?

Giuseppe, data la sua passione, partecipa a svariati corsi di marketing organizzati dall’Università di Catania, dalla Soat e dalla Regione Siciliana.

Questo percorso lo porta a realizzare alcuni scatti di paesaggi che vengono pubblicati sul calendario ufficiale del quotidiano La Sicilia degli anni: 2016, 2017, 2018.

Inoltre alcune sue foto vengono pubblicate su Storica del National Geographic e viene premiato dalla società Caltacqua insieme alla Soprintendenza dei beni culturali di Caltanissetta per il concorso fotografico Acqua Mater Vitae.

Si specializza col Corso di fotografia digitale con riferimenti alla fotografia di Architettura tenuto da Pippo Nicoletti, fotografo della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta.

Si dedica anche allo studio della fotografia umanista, in particolare della Street Photography e del ritratto artistico.

Realizza così nel 2018, il reportage fotografico “Emigrare non è un reato” insieme al fotografo Gaetano Giambusso: un racconto sul processo di integrazione degli immigrati senegalesi e iraniani nella comunità di Riesi.

Un’iniziativa che è stata promossa dall’Associazione “I Girasoli” e dal Comune di Riesi.

Giuseppe Calascibetta ha vinto 8 premi fotografici tra cui il riconoscimento di Artista dell’anno 2020 dalla redazione di cultura ARTNOW diretta dal critico Sandro Serradifalco.

Nel mese di febbraio 2021 è stato selezionato da Spoleto Arte per il catalogo “L’Arte in Quarantena” edito da TGCOM24 e Mondadori Editore.

Nel luglio 2021 ha vinto il Premio Dante Alighieri conferito dal mensile d’arte Cultura e Identità allegato del quotidiano Il Giornale. 

È stato inserito nell’Enciclopedia dell’arte contemporanea italiana a cura di Jean-François Bachis-Pugliese edito da Adteditori.

La sua biografia è apparsa sul sito di Vogue Italia Photo ed è socio della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).

Nel mese di novembre del 2021 viene selezionato da Letizia Battaglia per due collettive fotografiche presso il Centro Internazionale di fotografia di Palermo.

Foto selezionata da Letizia Battaglia ed esposta al Centro internazionale di fotografiad di Palermo

Nel mese di febbraio allestisce la mostra fotografica “Estrazioni Siciliane” presso la Street View Art Gallery di Torino.

La mostra è stata curata dalla gallerista Rosy Togaci Gaudiano in collaborazione con il prof. Rosario Riggio, patrocinata dal Circolo Antonio Banfo e riconosciuta dalla FIAF nazionale.

A luglio partecipa al Congresso nazionale FIAF con la collettiva fotografica Cartoline delle Rovine curata da Attilio Lauria, giornalista e critico fotografico, redattore della rivista FOTOIT, docente del DID, il Dipartimento Didattica della Fiaf.

Viene invitato a Torino dalla Società Fotografica Subalpina, la prima associazione fotografica nata in Italia nel 1891, a presentare le sue opere e il suo percorso artistico.

In più, partecipa alla collettiva fotografica Realtà Metafisica presso la città di Siena.

Alla mostra erano presenti come ospite d’onore, insieme alle loro fotografie, Maurizio Galimberti, apprezzato fotografo di fama internazionale e il figlio Giorgio Galimberti.

Attualmente Giuseppe Calascibetta, oltre al paesaggio e al ritratto, si sta occupando di approfondire lo studio della fotografia concettuale e metafisica.

Ha pubblicato quattro libri:

  • La miniera Trabia Tallarita, storie e lotte degli zolfatari
  • Resistenti, storie di partigiani, deportati e antifascisti di Riesi
  • Covid Life, la vita ai tempi del Coronavirus
  • Il senso della luce: viaggio nell’entroterra siciliano

Giuseppe Calascibetta ritratto

Puoi trovare Giuseppe Calascibetta su:

FBIGSito

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