Cari lettori, con questo articolo ci prepariamo all’inserimento di una nuova rubrica nel nostro magazine: Camera Oscura 2.0, in cui parleremo del mondo della stampa e “dintorni”, grazie al prezioso aiuto di Center Chrome.

Abbiamo deciso di dare a questa rubrica il titolo di “Camera Oscura 2.0

Ma prima di addentrarci nel percorso che gli amici di Center Chrome condivideranno con noi, vi lasciamo qui sotto questa piccola intervista per presentarvi una realtà rinomata in tutta Italia.

UF: In un mondo dominato dalla fotografia digitale come si è evoluto un laboratorio fotografico storico come il vostro?

Camera Oscura

CC: Nei nostri quaranta anni di attività ininterrotta abbiamo avuto sempre la fortuna di avere una clientela di fotografi professionisti, autori e amatori estremamente interessante.

Questo dialogo continuo ci ha permesso spesso di anticipare i mutamenti alle volte devastanti che hanno caratterizzato il mondo della fotografia e nel nostro caso della stampa fine art.

Siamo nati all’inizio degli anni 80′ come laboratorio di sviluppo e stampa.

Il continuo aggiornamento ci ha portato a essere fra i primi a dotarci sia di un ingranditore digitale Lambda Durst che di Plotter Inkjet, in un’epoca durante la quale i computer erano oggetti quasi fantascientifici e le workstation avevano costi proibitivi.

Per noi il passaggio da laboratorio industriale a laboratorio fotografico fine art è stata la naturale risposta alla “rivoluzione digitale” nei primi anni 2000.

Ci accorgemmo infatti che la fotografia e la stampa digitale avevano introdotto enormi possibilità e facilitazioni.

Tuttavia c’era un disperato bisogno da parte dei professionisti e degli autori di realizzare stampe d’arte impeccabili e durature nel tempo.

Inoltre, un altro punto di svolta fu l’allestimento di una vera e propria corniceria artigianale interna e di un reparto di pannellizzazione foto.

Questa formula è stata mantenuta fino ai giorni nostri e attrae sempre più fotografi che ricercano un approccio sartoriale alla realizzazione delle loro opere.

UF: Avete concluso la risposta precedente accennando alla vostra clientela, potete dirci chi è il cliente tipo di Center Chrome?

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CC: Nel tempo abbiamo sviluppato una clientela estremamente varia.

La cosa che accomuna tutte queste persone, è la voglia di trasformare le loro fotografie in oggetti d’arte unici e spesso fuori standard. Che uniscono stampa fine art e finiture artigianali.

Spaziamo dall’amatore evoluto che vuole realizzare una piccola mostra o un portfolio, all’artista internazionale.

Passando per il fotografo professionista che in collaborazione con un interior designer ha in progetto di declinare la sua produzione fotografica per creare complementi di arredo.

UF: Il vostro portfolio servizi sembra molto corposo, quali sono quelli più apprezzati?

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CC: Per noi un’ottima stampa fine art, che sia realizzata con plotter inkjet di ultima generazione o con ingranditore digitale lambda Durst, è solo l’inizio che porta all’opera finita.

Questo tipo di mentalità è il “servizio” più apprezzato.

Nella stragrande maggioranza dei casi infatti chi si affida al nostro servizio di stampa collaborativa poi prosegue il lavoro con noi.

Particolarmente richieste e apprezzate sono le nostre finiture artigianali come:

  • le cornici artigianali
  • la stampa fine art montata sotto plexiglass
  • e i lightbox

I fotografi cercano soluzioni esclusive: come ad esempio le nostre stampe bianco e nero ai sali di argento con ingranditore digitale Durst e sviluppate a mano in camera oscura.

Ormai in un mondo dominato da offerte standardizzate si ricerca l’unicità e la componente artigianale.

UF: Visto il pubblico del Magazine Universo Foto, sarebbe interessante approfondire un attimo le vostre tecnologie di stampa, cosa offrite?

Camera Oscura

CC: Il nostro laboratorio fotografico non ha mai voluto perdere il contatto con la stampa fotografica intesa come procedimento fotochimico che produce delle immagini.

Per questo motivo, accanto a plotter inkjet di grande formato di ultimissima generazione, sia Canon che Epson (che rinnoviamo continuamente) abbiamo mantenuto un ingranditore digitale Lambda Durst.

Siamo molto orgogliosi di questa scelta in quanto ci permette di offrire a ogni fotografo il supporto giusto per le sue fotografie.

Dalla stampa giclée certificata sulle migliori carte disponibili ,a quella cromogenica e ai sali di argento bianco e nero che ci dà il piacere di tornare in camera oscura.

UF: Quali sono le tendenze del momento in fatto di stampa fotografica fine art?

Camera Oscura

CC: Il ritorno della fotografia su pellicola sembra aver spostato l’interesse nuovamente sulla stampa fotochimica con ingranditore digitale (nel nostro caso un Lambda Durst) soprattutto su carta bianco e nero ai sali di argento Ilford con sviluppo manuale in camera oscura.

Chiaramente anche tutto il comparto inkjet certificato non ha perso i suoi estimatori magari più legati al mondo della fotografia “nativa digitale” che grazie alle sue potenzialità possono sfruttare al massimo sia il range dinamico che il gamut delle fotocamere di ultima generazione.

UF: Per concludere avete qualche consiglio da dare a chi vuole avvicinarsi al mondo della stampa fotografica fine art?

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CC: Stampare le proprie fotografie in maniera appropriata permette al fotografo di mettere a frutto l’investimento che ha fatto.

Sia per quanto riguarda l’attrezzatura, che il tempo e la passione messo nel realizzare gli scatti.

Vedere l’immagine trasformata in un oggetto d’arte è un’esperienza unica che spesso motiva i fotografi a spingersi oltre e ad avanzare.

È fondamentale: provare e osare in fase di stampa poiché è un bellissimo modo per conoscere, condividere e mettere alla prova la propria fotografia.


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