All’interno di UCOP 2022 abbiamo, Petra Trivilino, qui presente con la sua prima mostra fotografica intitolata “Animal Frames – Incontri con animali selvatici e non”.

Noi di Universo Foto abbiamo conosciuto Petra, Animal Photographer Freelance, intervistandola per la nostra rubrica A-Focus.

Puoi recuperare l’articolo qui.

Quattro anni fa, sempre qui a Roseto degli Abruzzi durante UCOP 2018, avvenne il suo primo, vero confronto professionale che rappresentò per lei uno step fondamentale per la sua carriera ed il suo stile personale.

Adesso, espone gli scatti frutto di questi quattro anni di lavoro e noi, con molto piacere, ne abbiamo approfittato per farle alcune domande.

M: Petra, vorresti raccontarci un po’ dei tuoi scatti qui esposti e dove sono realizzati?

P: Animal Frames rappresenta un sunto del mio lavoro dal 2017 fino ad oggi, circa, frutto di varie collaborazioni e di tanti appostamenti fotografici.

Quindi si tratta del Parco Nazionale della Majella con cui ho collaborato praticamente per cinque tappe all’interno di tutte le loro Oasi.

Poi il Parco Nazionale d’Abruzzo e altre Oasi abruzzesi come la Riserva del Lago di Penne.

Inizialmente il mio focus erano gli animali domestici; vivendo in campagna e avendo una bellissima casa in montagna, a ridosso del bosco, ho iniziato a ritrarre anche gli animali selvatici.

Durante i miei appostamenti ho scoperto dei momenti unici ed irripetibili che non potevo rifiutarmi di catturare.

Così la mia passione si è trasformata in professione e alla fine eccomi qua.

Sorpreso P. Trivilino

M: Immagino serva tanta passione perché, al di là delle soddisfazioni, dietro ci sono tanti sacrifici e lunghe attese.

P: Esattamente, sono profondamente soddisfatta ma dietro ogni scatto, effettivamente, c’è tanta volontà ma soprattutto tanti sacrifici.

Sia da parte mia, che da parte della mia famiglia, perché la Wildlife Photography è un tipo di fotografia molto costosa.

Si deve investire in lunghe focali, nelle macchine fotografiche performanti, nello studio; tutto questo unito poi ad un’enorme dose di pazienza.

Non credo sia un mestiere adatto a tutti, soltanto da chi ha veramente passione e anche grande rispetto e amore per la natura.

M: Concordo pienamente, l’amore ed il rispetto per la natura direi che dovrebbero essere essenziali non solo nella fotografia ma in tutto ciò che facciamo.

Una curiosità, utilizzi Mirrorless o Reflex? Qual è l’attrezzatura tipo dell’Animal Photographer?

Perplexity -petra trivilino

P: Io mi considero un fotografo in movimento nel senso che, tranne durante gli appostamenti, mi piace esplorare e fare fotografia dinamica.

Sono passata da poco alle Mirrorless e sono convinta che il comparto Canon EOS R mi darà tantissime soddisfazioni.

Finora la mia fedele compagna di avventure è stata una Canon 6D Mark II, veramente fantastica.

Come obiettivi, chiaramente, sono necessarie focali molto lunghe quindi spazio da un 70-200mm fino ad un 150-600mm, passando tra i vari 70-300mm e 100-400mm.

Infine, è fondamentale tutta quell’attrezzatura necessaria per mimetizzarsi con l’ambiente circostante e idonea ad affrontare le condizioni meteo e le varie tipologie di terreno.

Quindi zaini, cerate, impermeabili, scarponi, ecc.

Al di là di tutto ciò, quel che fa veramente la differenza è la capacità di entrare in armonia con l’ambiente e con gli animali lì presenti.

Devi riuscire a trasmettergli il messaggio che non rappresenti un pericolo: solo così riesci a catturare attimi unici e irripetibili.

Ed è proprio così che nasce Animal Frames.

M: Tornando, invece, a parlare della mostra, vuoi raccontarci come ti sei approcciata e come hai selezionato i 20 scatti che la compongono?

Cappuccetto chiaro-petra trivilino
Cappuccetto chiaro-petra trivilino

P: L’idea nasce già nel 2017: avevo una galleria su Google Plus, molto seguita e che si chiamava proprio Animal Frames.

Riprendevano frammenti di vita ed è proprio ciò che ricerco: emozioni, espressioni, attimi di vita perfettamente naturali.

Mi sono detta che se un giorno avessi fatto una mostra fotografica personale l’avrei chiamata proprio così.

Per la selezione, invece, essendo una persona pragmatica e puntigliosa ho avuto bisogno di un parere esterno.

Ho chiesto aiuto alla mia famiglia e a mia sorella in particolare, che si è occupata di fotografia.

Ho cercato di creare il giusto mix che rappresenti al meglio ciò che ho scattato in questi anni, un lavoro incredibilmente difficile considerando che scatto praticamente ogni giorno.

M: Un’ultima domanda: hai già dei progetti futuri in mente?

P: Animal Frames continuerà sicuramente ad espandersi perché è un progetto a lungo termine.

Continuerò a fare concorsi fotografici, sia nazionali che internazionali, perché mi hanno dato tante soddisfazioni.

Continuerò a fare appostamenti fotografici e concludo con un messaggio che vorrei trasmettere ai lettori.

La natura ha veramente bisogno che noi facciamo un passo indietro; va rispettata, così come l’animale: non va toccato, non va alimentato.

Solo così si otterranno degli scatti autentici, apprezzando momenti unici come quelli che ho vissuto io.

Questo è l’Animal Photographer.


Se vuoi approfondire cosa significa essere un Animal Photographer e scoprire la filosofia di Petra, recupera la sua intervista!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui