Eccoci giunti ad un nuovo appuntamento con A-Focus: oggi intervistiamo Maurizio Capolupo, fotografo amatoriale con diversi progetti alle spalle.

Maurizio, vorresti parlarci un po’ di te e raccontarci di quale genere fotografico prediligi?

Mi chiamo Maurizio Capolupo, sono nato a Roma nel 1957 e sono un fotografo amatoriale anche se mi sono dedicato a diversi progetti.

Principalmente mi interesso di fotografia di strada e fotografia itinerante fin dal 1978, ma sono anche socio iscritto al FNUR, Fotografi Naturalisti della prima Università di Roma.

Sono riuscito a realizzare alcune mostre fotografiche e pubblicato alcuni libri tra cui l’ultimo che uscirà tra poco sul Cilento e Vallo di Diano, scritto insieme al fotografo Gabriele Pellizzoni, un lavoro che è durato due anni.

Le mie collaborazioni sono varie e si muovono su diversi campi.

Collaboro con il fotografo Maurizio Cofini che si muove soprattutto in Asia e con lo scultore Alejandro Marmo, lo scultore del Papa, che mi ha permesso di presentare un mio lavoro a Buenos Aires.

Altre collaborazioni sono con il pittore Caruso Fabio Massimo e con la scrittrice Anna Maria Cappello.

Il mio viaggio di crescita non è stato facile ma continuo e piacevole.

Dopo il viaggio reportage in Norvegia attraversando l’Europa in camper il mio modo di concepire la fotografia è cambiato.

Il mio modo di fotografare si condensa in tre opzioni occhio,cuore e mente.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Il mio primo ricordo legato alla fotografia si ispira a un mio caro amico fotografo, Aldo, che all’età di quindici anni gironzolava per Roma con la sua Nikon.

Inizio a fotografare nel 1978 in B/N con una macchina fotografica Fujica con attacco a vite, cercando di stampare in bagno con le grida di mia madre dietro la porta.

C’è un’artista a cui ti ispiri o che ritieni fondamentale nel tuo percorso?

Mi ispiro molto a Henri Cartier Bresson, Steve McCurry, e alla grande almeno per me Vivian Mair.

Parlaci del tuo scatto che ti ha dato maggiore soddisfazione.

Lo scatto che mi ha in qualche modo colto di sorpresa riguarda una immagine scattata qualche anno fa durante il carnevale.

Uno scatto spontaneo senza troppi preconcetti, senza costruzioni di nessun tipo.

L’altra mia foto che prediligo si riferisce a uno scatto in B/N scattata a una coppia a Piazza Pietra a Roma.

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

Prediligo la Canon 6DMII con il grandangolo 17-70mm oppure con il 24-105mm.

Possiedo vari corpi macchina e diversi obiettivi, tutto in proporzione al mio budget, perché non sono mai andato oltre le mie possibilità economiche.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto riguarda il mio libro che uscirà tra poco sul Cilento e Vallo di Diano, scritto insieme al fotografo Gabriele Pellizzoni, un lavoro che è durato due anni.


Maurizio Capolupo SelfPortrait

Puoi trovare Maurizio Capolupo su:

IGFB

Sei un fotografo, professionista, aspirante o amatoriale, e vorresti essere il protagonista della prossima intervista?

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