Continuano le interviste ai nostri lettori: dopo Petra Trivilino, l’ospite di oggi è Andrea Borgatta.

Andrea Borgatta è un fotografo documentarista, incidentalmente CFO di società multinazionali.

Fin da giovanissimo entusiasta di fotografia, influenzato dai grandi reporter del Novecento, da Capa a James Nachtwey, ha trovato nel reportage lo strumento per coniugare questa passione con il bisogno di approfondire gli aspetti sociali e culturali dei paesi visitati.

Crede nel ruolo della fotografia come testimonianza.

A-Focus Andrea Borgatta Bashi

Alcune sue foto sono state pubblicate su giornali e riviste italiani ed internazionali.

Quale è il tuo genere fotografico preferito/ di quale genere fotografico ti occupi?

Sicuramente il photo reportage è il mio preferito, anzi l’unico che in realtà pratico, con finalità di condivisione di tematiche dimenticate o scomode.

Ci racconti il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Sarà singolare ma la foto che mi ha colpito, da ragazzo, in maniera così forte da indicarmi un percorso è stato uno scatto di Robert Capa, rappresentante le truppe alleate durante lo sbarco in Normandia.

In quel momento è nato il desiderio di usare la fotografia per raccontare il mondo il più oggettivamente possibile.

Mother

Quale artista ti ha ispirato di più o a quale artista ti ispiri in questo momento?

Come anticipato prima, sicuramente Capa e James Nachtwey poi i grandi reporter attuali, da Stanley Greene ai nostri Zizola e Bucciarelli.

Lo scatto/opera realizzata che ti ha dato maggiore soddisfazione?

All’interno di un reportage sull’islamizzazione delle Maldive, che ha originato poi alcune mostre fotografiche, c’è uno scatto che rappresenta una mamma con una bimba che la segue rispettosamente a debita distanza.

Mother and daugther

Continuo ad apprezzare l’essere riuscito, in condizioni tecnicamente complesse, a realizzare uno scatto apprezzato da molti.

Sto ora lavorando ad un progetto sui rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale, iniziato prima della guerra in Ucraina, e a seguire sulla religione Lukumi, la santeria cubana.

A focus- Andrea Borgatta

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

Sono da sempre “Canoniano”, attualmente utilizzo una 5D MK IV e come backup una 6D MKII.

In tasca ho sempre una G7 MKII, incredibilmente performante per le sue dimensioni.

La lente principe è il 24-70 F/2.8 che mi consente di essere flessibile di fronte a condizioni e situazioni diverse e non preparate, un 70-300 e un 11-24 coprono le situazioni più estreme. 

A-Focus Andrea Borgatta Pride

Per il resto cerco di essere leggero abbastanza da potermi spostare a piedi anche per lunghi percorsi.

Che consiglio daresti a chi si affaccia oggi per la prima volta al mondo della fotografia?

Facile: studiare e scattare, e ripetere… non demoralizzarsi, sperimentare generi diversi e soprattutto divertirsi.

Cominciare con attrezzature adeguate ma non rincorrere le tecnologie, l’attrezzatura bella arriverà poi, a consapevolezza raggiunta.


Puoi trovare Andrea Borgatta su:

Sito

Continua a seguirci, nel prossimo articolo potrebbe esserci la tua intervista!

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