Viaggio in Giordania: viaggiare per lavoro è impegnativo, e farlo in un paese che complica le cose lo è ancora di più.

Se sei appassionato di fotografia e videomaking di viaggio non perderti la lettura di questo articolo.

Il sole era da poco sceso sotto l’orizzonte, il vento soffiava forte e la vivida luce che ci avvolgeva si affievoliva a ritmo incalzante.

Questa era l’atmosfera che ci avvolgeva mentre con attenzione scendevamo una sdrucciolevole parete di roccia quasi verticale affacciata alle porte del deserto.

Tra un passo e l’altro puntai lo sguardo verso l’orizzonte ormai buio e vidi dei fari di un Pick-up spengersi a 150 metri da noi, ci misi ben poco a capire che non era un buon segno e da lì a poco è successo l’imprevedibile”

Viaggio in Giordania - Fotografo e Videomaker

Ciao ragazzi, sono Francesco Pierini e sono un fotografo specializzato nel settore outdoor, adventure e travel.

Voglio raccontarti il mio recente viaggio lavorativo in Giordania dandoti qualche consiglio su come approcciarti al meglio ad un viaggio del genere.

Ogni paese del mondo ha due facce, quella turistica dove il turista è fonte di reddito e di prosperità e quella reale dove il turista è visto come fonte di invidia, gelosia e tanti altri attributi che potete ben immaginare.

Il mio era un viaggio di lavoro, nello specifico si trattava di una produzione per la realizzazione di una serie di video musicali con il fine di connettere musica, tradizioni e abitanti del luogo.

Per forza di cose dunque abbiamo percorso la Giordania in lungo e in largo escludendo le principali località turistiche per andare alla scoperta di piccoli villaggi e tendopoli lontane da qualsiasi tipo di inquinamento provocato dall’effetto del turismo di massa.

In questi viaggi dove il ritmo viene dettato dalla luce e dalle opportunità che si presentano è necessario possedere un certo tipo di attrezzatura e di organizzazione per mantenere il “flow” della produzione sostenibile e al passo con gli stressanti ritmi giornalieri.

Francesco Pierini - Fotografo Outdoor, Adventure e Travel

Il mio zaino fotografico era così composto:

Un kit non certamente minimalista ma sicuramente un ottimo compromesso tra qualità richiesta da parte del cliente e fruibilità d’utilizzo sul campo.

In questi viaggi vale una sola regola:

Quanta più sarà l’attrezzatura tra te il tuo soggetto, tanto di più sarà difficile realizzare lo scatto che hai mente”

Immaginate di entrare in una tendopoli con una vistosa Red, un sacco di accessori che la rendono ancora più vistosa ed accattivante.

La reazione che provochereste attorno a voi sarebbe quella di disordine e di paura oltre che a rischiare un eventuale furto.

Essere pratici, veloci e leggeri in queste situazioni farà la differenza tra riportare i contenuti a casa o meno.

Tornando però al nostro racconto, le nostre giornate iniziavano alle 3:30 del mattino e terminavano alle 22:00 di notte senza prenderci cura minimamente dei pasti o della nostra stanchezza complessiva.

L’unico nostro obiettivo era riportarci a casa le migliori clip che fossero mai state girate in tali situazioni.

Ritratto Fotografico - Giordania

Dieci,sono state le notti che abbiamo passato in macchina a dormire tra autogrill, pompe di benzina e dune del deserto.

La giornata che ricordo con maggiore intensità iniziò alle 4 del mattino con una fastidiosa sveglia per interrompere le poche ore di sonno rubate tra un back up e l’altro.

Così dopo una veloce sciacquata di viso in un bagno ben poco accogliente e un morso al panino di qualche giorno prima, ci lasciamo alle spalle l’asfalto per mettere le ruote sulla sabbia.

Ci sono bastati 5 minuti per capire che quella sarebbe stata la giornata più impegnativa di tutto il viaggio.

Di lì a poco ci saremmo trovati a navigare senza punti di riferimento nel deserto del Wadirum.

Dopo circa due ore di navigazione al buio iniziano ad uscire timidamente i primi raggi di luce.

La meraviglia di ciò che ci circondava stava iniziando ad abbagliarci gli occhi di stupore.

Si chiama Rockbridge, un monumentale arco di roccia che farebbe intimidire anche il più abile degli scalatori.

RockBridge - Giordania

Stupiti e meravigliati dall’imponenza dell’arco abbiamo deciso di salirci sopra per tentare di realizzare uno scatto che esprimesse la gioia di vivere a contrasto con l’aspro territorio attorno.

Pochi minuti dopo l’alba un gruppo di beduini seduti sui loro dromedari si sono accerchiati all’ombra dell’arco e stupiti di vederci ci invitano a bere un tè con loro.

Bere il tè per i beduini e per gli abitanti giordani è un mantra, una tradizione a cui devi prendere parte e godere degli aromi e dei sapori indescrivibili che solo qui puoi provare bevendo un semplice tè.

Ricevuta la loro autorizzazione mi sono armato di cavalletto e fotocamera per riprendere i loro volti segnati dal tempo, dalla sabbia e dal sole cuocente.

Non sono un amante dei treppiedi ma devo dire che questo Sirui ST-125 mi ha fatto cambiare idea grazie alla sua leggerezza e praticità d’uso che non avevo mai sperimentato in altri cavalletti.

Il cavalletto non deve essere un impedimento alla praticità e alla velocità d’uso e questo Sirui si è dimostrato essere:

  • Veloce
  • Pratico
  • Leggero
  • Ma soprattutto incredibilmente stabile e robusto
Ritratto Fotografico - Beduino Giordania

Bevuto un ultimo bicchiere di tè e salutati i beduini a malincuore, ci siamo diretti verso Sud.

Eravamo alla ricerca di un pinnacolo di roccia che ci avrebbe permesso di filmare il tramonto avvolti dall’infinita distesa di sabbia.

Da lontano intravediamo una punta di roccia che poteva fare al caso nostro.

Ci avviciniamo e capiamo subito che quello sarebbe stato il nostro obiettivo della giornata.

Per raggiungere la cima dovevamo arrampicarci in un canalone molto sdrucciolevole e franoso con estrema cautela visto il peso dei nostri zaini fotografici.

Mentre salivamo mi voltavo verso il tramonto e gli occhi mi si riempivano di gioia.

Un passo dopo l’altro con l’ansia di arrivare in vetta troppo tardi giungemmo su quello che ad oggi ricordo e definisco come il paesaggio più bello che abbia mai visto.

Una distesa infinita di sabbia ci circondava a 360 gradi, e noi strattonati dal vento eravamo appena arrivati sulla roccia più alta di tutta la zona con centinaia di metri di strapiombo ai lati.

Beduini a Cammello - Viaggio fotografico e video in Giordania

Una sensazione che, decorata dalla luce calda del tramonto, ci ha lasciato tutti senza parole.

Anche in questo caso il cavalletto Sirui ST-125 mi è stato di grande aiuto perché l’incessante vento rendeva l’utilizzo della fotocamera a mano impossibile.

Siamo rimasti in vetta per circa un’ora ma a noi è sembrato che fossero passati appena 10 minuti e così ci siamo ritrovati al buio a dover scendere l’impervia salita con l’utilizzo delle nostre frontali.

Giunti all’auto soddisfatti dell’incredibile giornata, punto gli occhi sullo specchietto retrovisore e scorgo dei fari di una autovettura spengersi a 150 metri dalle nostre spalle.

Facendo un passo indietro, il giorno precedente, il gentilissimo benzinaio ci aveva avvisato che in questa parte del deserto era noto un signore che girava armato per derubare i turisti.

In quel momento il sangue mi si è gelato e ho capito subito che da lì a poco sarebbe successo l’imprevedibile.

Sono abituato a viaggiare e a trovarmi in situazioni di pericolo e il mio istinto mi ha detto che se fossimo scappati mostrando di aver paura quei due ladroni ci avrebbero inseguito per derubarci.

Così, con fermezza, ho preso la decisione di accendere il motore, girare la vettura e lanciarmi a tutta velocità verso il punto dove avevo avvistato i fari.

Deserto del Wadirum - Giordania di notte

Giunti sul posto non c’era più l’auto, così ho iniziato a fare un 360 con gli abbaglianti accesi per capire dove si fossero nascosti.

Dopo due giri li avvistiamo nascosti dietro a una roccia a 100mt da noi e nuovamente il mio istinto mi ha detto di andargli incontro per dimostrargli che non eravamo turisti e conoscevamo bene la zona.

Li affianco e butto giù il vetro, uno dei due passeggeri scende ed immediatamente si tira su il turbante per non farsi minimamente riconoscere.

Con estrema pacatezza gioco la mia carta domandandogli se stessero bene e se gli fosse successo qualcosa visto che avevano spento la vettura.

L’uomo con un gesto di irritazione mi indica che tutto va bene e una volta rientrato in macchina si allontanano da noi con convinzione.

Aver agito d’istinto in questo caso mi ha permesso di tornare in Italia dal mio viaggio in Giordania con tutta l’attrezzatura e questa storia da raccontarvi.

A posteriori mi rendo conto di aver preso una decisione davvero molto rischiosa che però questa volta si è rivelata essere la migliore.

Se anche voi desiderate affrontare un viaggio del genere vi consiglio di approcciarvi agli abitanti del luogo con estrema calma, prima senza fotocamera e poi se accettano di essere filmati e fotografati (quasi sempre) potrete avvicinarvi con molta più tranquillità.

In generale posso dire che la Giordania è un paese davvero molto sicuro, gli abitanti sono di una gentilezza disarmante che in pochi altri luoghi del mondo ho mai sperimentato.

Certamente c’è anche chi tenta di rubare ma è un problema ben noto anche nelle nostre metropoli italiane!

Spero che questo racconto vi abbia fatto venir voglia di sperimentare esperienze fuori dalla vostra zona di comfort.


Fateci sapere nei commenti qui sotto se desiderate altre storie di viaggio come questa!

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