Firenze, piazza della Repubblica e dintorni, 12 agosto 1951 – Ruth Orkins.
La guerra è finita da qualche anno, ma si fa fatica ad alzare la testa e ricominciare.
L’Italia è ancora una grande discarica di macerie e non è facile trovare lavoro.
Io sono fortunato perché vivo a Firenze, che in buona parte si è salvata, tranne i ponti che i tedeschi hanno fatto saltare in aria durante la ritirata.
Ponte Vecchio, però, ed il centro sono malconci ma salvi, e la vita è ripresa a scorrere.
Un po’ di lavoro c’è anche grazie ai turisti, specialmente inglesi e americani che ritornano a visitare con le famiglie i luoghi in cui hanno combattuto.
Un po’ di dollari non fanno mai male…
Sono fortunato anche perché ho trovato lavoro come commesso in un negozio in via Roma, proprio di fronte al Caffè Gilli, quello che fa angolo con piazza della Repubblica e sta vicino al Caffè Concerto Paszkowski, locali che hanno ripreso la loro attività alla grande, e per fortuna, visto che sono il fiore all’occhiello della piazza.
Oggi fa caldo, come sempre d’estate, e me ne sto sulla porta del negozio a prendermi la correntina fresca che viene dalla finestra del retrobottega, guardando le persone che passano per la strada.
Ruth Orkins e Ninalee Allen Craig: Due americane nella Firenze degli anni ’50
Fra tante, lo sguardo mi cade su due ragazze, forse straniere, ferme davanti al Gilli a parlare con gli sfaccendati fuori dal caffè.
Probabilmente sono americane, almeno una perché porta i pantaloni, è quindi non può essere italiana, l’altra ha un vestito leggero e sandali bassi, con un grande scialle arancione su una spalla, e per questo l’ho notata.
Vedo che si staccano dal gruppo, quella con la gonna fa qualche passo indietro, mentre l’altra tira fuori una macchina fotografica e le dice di passare davanti agli uomini, che naturalmente fanno le solite facce da pappagalli e uno si tocca il cavallo dei pantaloni.
Non capisco bene se fa un gesto osceno oppure cerca di staccarsi la stoffa appiccicata alle gambe, dal caldo che fa.
Poi la fotografa dice all’amica di rifare di nuovo la passeggiata e sembra scattare una foto, poi la raggiunge mentre sta parlando con un morettino seduto su una Lambretta.
Poche parole, due risate e la motoretta parte per un giro per la piazza, sul sedile posteriore la ragazza con la gonna che fa dei gridolini come se avesse paura.
Ma non ci credo neanche morto, piuttosto sarà l’emozione.
La fotografa scatta un paio di foto mentre stanno ritornando al Gilli, ridendo anche lei, poi insieme le due donne se ne vanno verso Calimàla, forse in direzione di Ponte Vecchio, chissà.
Gli sguardi degli uomini fuori del caffè le seguono fino a che non scompaiono alla loro vista, e dalle facce e dalle risate mi immagino i commenti e le battute, specie sul moretto che ne ha portata una sulla Lambretta.
Da dentro il padrone mi chiama, di sicuro c’è da fare una consegna.
Per salvarmi dal caldo, e guadagnarmi un po’ d’ombra, col pacchetto sottobraccio imbocco vie traverse fino ad arrivare all’indirizzo del cliente, in Piazza della Signoria.
Come esco dal portone, appena fatta la consegna, vedo un lenzuolo arancione che risalta fra la gente, è di nuovo la sciarpa colorata della ragazza americana.
Mi guardo intorno e scopro anche la fotografa che sta scattando altre foto all’amica.
Ecco dove erano andate dopo aver lasciato il Caffè Gilli.
La consegna l’ho fatta, posso prendermi qualche minuto a guardarle che girano per la piazza, una che fotografa l’altra, ora seduta con l’aria stanca alla base della Fontana del Nettuno.
Si spostano verso la Loggia dei Lanzi.
Qui, la modella si mette seduta quasi sotto la statua del Perseo con la testa di Medusa in mano, resta un po’ a guardare la gente che passa poi si avvicina alla statua del Ratto delle Sabine e intanto legge qualcosa, forse una guida.
Beate loro che sono libere da impegni, che se ne vanno in giro a fare le turiste, a ciondolare qua e là, a perdere tempo…
… perdere tempo! Che bischero! Sono io che sto perdendo tempo, e se non mi sbrigo perdo pure il lavoro!
Fammi tornare di corsa al negozio, altrimenti lo senti tu il padrone quante me ne dice…
Addio belle ragazze, divertitevi, voi che potete!
* * *
Il racconto che avete appena letto trae spunto da una serie di fotografie scattate dall’americana Ruth Orkin all’amica Ninalee Allen Craig, o come la chiamavano tutti, “Jinx”, incontrata per caso a Firenze nell’agosto del 1951.
Ruth Orkin proveniva da Israele dove aveva concluso un servizio fotografico sulla Israeli Philarmonic Orchestra per conto della rivista LIFE.
Dal canto suo Ninalee, terminati gli studi, aveva lasciato l’America per un lungo viaggio in Europa, durante il quale si era fermata a Firenze.
Qui, nell’albergo Hotel Berchielli, sul Lungarno degli Acciaiuoli, aveva fatto amicizia con Ruth.
Era nata una spontanea collaborazione, che aveva portato ad una lunga serie di scatti, originariamente raccolti sotto il titolo “Don’t Be Afraid to Travel Alone“; sarebbero apparsi in seguito sulla rivista Cosmopolitan, nel numero di settembre del 1952, come supporto a un articolo dal titolo “When You Travel Alone”, in cui la giornalista Emily Jay dava consigli alle ragazze americane che viaggiavano sole su come risparmiare, tenere a bada gli uomini e tornare a casa sane e salve.
Ruth pensava di poter vendere la foto di Ninalee che cammina sotto lo sguardo di un gruppo di uomini, intitolata “American girl in Italy”, per cinquanta dollari all’Herald Tribune, che la rifiutò.
Invece ebbe un grande successo forse perché divenne il simbolo del comportamento dei maschi italiani al passaggio di una bella ragazza, meglio se straniera.
Ninalee è morta a Toronto il 2 maggio del 2018, all’età di novant’anni; qualche anno prima aveva spiegato che non si era mai sentita in pericolo e mai era stata molestata nel suo viaggio.
Ruth Orkin, in una intervista del 1995 al New York Times, disse:
«La scelsi perché era bella, luminosa e, diversamente da me, era alta: doveva sembrare una Beatrice della Divina Commedia che passava attraverso questa dozzina di uomini.
La didascalia diceva in poche parole: “Pubblica ammirazione… non vi agitate, in Italia è normale, i galantuomini sono più rumorosi degli uomini americani”».
Una curiosità, quasi uno scherzo della vita: negli anni seguenti Ninalee avrebbe incontrato nuovamente il ragazzo con la Lambretta, Carlo Marchi.
Senza saperlo, infatti, nel 1959 aveva sposato suo cugino il conte Achille Passi, e, nel 1970, dopo il divorzio, il suo socio d’affari, l’imprenditore canadese Robert Ross Craig.
Tu conoscevi già la storia di American girl in Italy di Ruth Orkin?
Se vuoi conoscere altre storie dietro gli scatti più iconici, allora non perderti gli articoli della rubrica “una foto, una storia”!