Il “mattatoio” nella periferia sud-est di Roma è il luogo in cui alcune trans si prostituiscono giorno e notte.
La gente vede questo posto come la grande cloaca della città eterna.
Una fogna dove rapine e prostituzione sono all’ordine del giorno ed è per questo che nessuno nutre neanche un po’ di rispetto per chi nelle strade del mattatoio ci si guadagna da vivere.
La mia intenzione con questo progetto è di ridare un’anima proprio
a queste persone, che vengono dalla società “spersonificate” e ridotte allo status di scarto sociale.
Dopo mesi passati a parlare con molte di loro, ho deciso di ritrarle nei miei scatti, per donargli quella dignità che la gente non ha mai dato loro.
“Passiamo la vita in strada per guadagnare pochi euro e per mandarli poi alle nostre famiglie. La gente è cattiva. Spesso siamo costrette a stare dietro questa ringhiera perché capita che qualcuno ci lanci contro bottiglie di vetro. “ – mi hanno raccontato tra uno scatto e l’altro.
“C’è una trans tra di noi che lavora in macchina e proprio l’altro giorno sono arrivate delle persone e le hanno tirato un masso sulla fiancata della sua auto, potevano ucciderla.”
“Sto qui per i fatti miei, saluto le altre per educazione, ma sto in disparte perché sono sempre stata una persona solitaria. Ho un fidanzato italiano e sa tutto quello che faccio, si preoccupa perché questa strada è pericolosa.”
“Quando ti ho visto ho avuto paura ( rivolgendosi a me ). Poco tempo fa un cliente mi ha picchiata e non volevo che si avvicinasse nessuno, sarebbe tutto più facile se ci fossero persone gentili come te.”
“Vengono insieme perché si sentono più sicuri, ci insultano e ci lanciano cose. A volte però tornano da soli come clienti.”
Ho passato svariati mesi a parlare notti intere con alcune di loro. Parlavano con una semplicità agghiacciante delle loro esperienze orribili nelle strade romane.
Alcune riuscivano a farci dell’ironia sopra per sdrammatizzare. Ho avuto il piacere di conoscere delle persone meravigliose che si sono aperte alle loro esperienze più traumatiche o intime, arrivando a parlare perfino dei loro problemi familiari.
Tutto questo in cambio di uno dei miei ritratti.
Erano orgogliose di posare per questa causa
Nonostante abbia avuto anche io molti problemi a vivere un’esperienza simile alla loro e prendere cosi coscienza di cosa vuol dire lavorare per strada: gente che si avvicina in macchina per insultarmi e lanciarmi bottiglie di vetro.
Posso dire di aver fatto una delle esperienze più significative
della mia vita.
Mi hanno arricchito le loro storie.
Emanuele nasce nel 1993 a Roma. Inizia il suo percorso fotografico all’età di ventun anni.
Da autodidatta perfeziona la tecnica e arricchisce il suo bagaglio culturale, alla ricerca dello stile che oggi è diventato il suo marchio di fabbrica nel mondo della ritrattistica fotografica.
Fotografa i soggetti nei suoi tipici scenari urbani e bui, utilizzando luce, colore e composizione in chiave cinematografica.
Nel 2018 lancia “Italia nel grande formato” iniziativa che lo ha portato a girare l’intero paese con un banco ottico per ritrarre tutti coloro che come lui, abbracciano l’idea di avere almeno un proprio ritratto stampato da custodire.
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