Parigi, Boulevard du Temple, un giorno qualsiasi di fine aprile-inizi maggio 1838 (o forse 1837) – Louis Daguerre.
Passeggiava tranquillamente lungo il Boulevard du Temple, uno dei grandi viali che avevano sostituito gli antichi bastioni di Carlo V.
Erano le otto del mattino e la città sembrava presa dalla solita frenesia giornaliera, con le persone che si muovevano in fretta sui larghi marciapiedi, mentre nella strada correvano cavalli e carrozze, e i carretti trasportavano merci da un punto all’altro di Parigi.
Ad un tratto l’uomo si accorse di avere le sue eleganti scarpe ricoperte da un velo di polvere e da qualche macchiolina di fango.
Era più che normale, ma non era da lui mostrarsi con le scarpe non perfettamente lucide.

Intravide in lontananza un giovane lustrascarpe, fermo all’angolo del boulevard con Rue Saint Martin, e si avvicinò, restando in attesa che il ragazzo terminasse il lavoro con il cliente che lo precedeva, poi poggiò una delle scarpe sul piccolo piano di lavoro in legno.
Il lustrascarpe si mise subito all’opera, iniziando a spazzolare con energia la superficie di buon cuoio; di seguito stese con cura il lucido nero, facendo attenzione che entrasse bene nelle cuciture; attese il tempo giusto per farlo asciugare un po’, infine, con un’altra spazzola asciutta, iniziò a togliere l’eccesso di lucido fino a far brillare la scarpa.
Con la stessa attenzione il ragazzo lustrò l’altra scarpa.
L’uomo ammirò con soddisfazione il buon lavoro svolto, mise due dita in un taschino del panciotto, ne tirò fuori una moneta, e la lanciò al lustrascarpe.
Il giovane, ancora seduto sul suo sgabello di lavoro, ringraziò con deferenza il cliente, che si allontanò sul boulevard, riprendendo a passeggiare con più consapevolezza della sua eleganza.
Un osservatore nascosto: Louis Daguerre

Senza che se ne fossero accorti, nel tempo necessario per l’operazione di pulizia delle scarpe, i due erano stati osservati da una finestra al primo piano di un palazzo al 5 di Rue des Marais, vicino al Diorama di Louis Daguerre, un insolito locale dove il proprietario proiettava disegni di luoghi e persone su grandi tendoni trasparenti: una vera novità per i parigini.
E infatti ad osservarli era proprio Louis Daguerre, che in quegli anni stava portando avanti i primi esperimenti per fissare le immagini in maniera stabile su supporti di vario genere.
Quel giorno aveva deciso di provare a fotografare il panorama che vedeva dalla sua finestra, l’infilata di Boulevard du Temple, scattando la stessa immagine in tre diverse ore della giornata con una luce differente, sia per la direzione di provenienza che nell’intensità.
Adesso stava sviluppando la prima foto, quella presa alle ore otto, poi sarebbe stata la volta di un’altra alle ore dodici e infine l’ultima verso sera.
Si trattava di un’operazione complessa e delicata perché bisognava rendere visibile l’immagine, fissata sulla lastra di rame grazie all’argento sensibilizzato con i vapori di iodio.
Nel suo laboratorio Daguerre si sentiva quasi un alchimista.
E forse non si discostava tanto da quella figura antica a metà strada fra un moderno chimico e uno stregone medievale.
Aveva già esposto la lastra ai vapori di mercurio a 60 gradi e le parti colpite dalla luce stavano pian piano diventando biancastre.
Ora il processo era completato e bisognava rendere stabile l’immagine, ma a questo pensava il tiosolfato di sodio, che eliminava i residui di ioduro d’argento prodotti dalla reazione chimica.
I primi uomini nella storia della fotografia?
Ecco finalmente apparire il Boulevard du Temple nelle sue mani, un miracolo della tecnica che lui, proprio lui, Louis Daguerre, pittore e scenografo teatrale, stava perfezionando sempre più: la dagherrotipia, che però non era ancora stata messa a punto del tutto.
Doveva infatti inclinare la lastra secondo una certa angolazione e immaginare il soggetto invertito per poterla ammirare meglio.

Però… però… si accorse subito che tutte le persone, i cavalli e i carri che affollavano il viale a quell’ora del mattino erano scomparsi: solo due persone erano ben visibili, un uomo e il giovane lustrascarpe visto al lavoro qualche ora prima.
Comprese subito il mistero: la scarsa sensibilità dell’argento ai vapori di iodio lo aveva costretto ad usare dei tempi di esposizione molto lunghi, circa dieci minuti, e quindi le persone erano venute talmente mosse da scomparire del tutto.
I soli ad essere rimasti abbastanza fermi, per ovvie ragioni, erano l’uomo preoccupato della pulizia delle proprie scarpe e il ragazzo impegnato a svolgere al meglio il suo lavoro.
Due persone, rimaste anonime, inconsapevoli di essere passate per sempre alla storia.
* * *
Il racconto che avete appena letto trae spunto da una mia curiosità: sapere quale è stata la prima fotografia in cui appaiono degli uomini.
Dubbi, prevedenti e dettagli
È ormai tradizione corrente che sia stato il dagherrotipo di Louis Daguerre, intitolato “A huit heures du matin” ripreso alle ore otto di mattina di un giorno compreso fra il 24 aprile e il 4 maggio del 1838 (o forse del 1837): raffigura il Boulevard du Temple, a Parigi, completamente deserto ad esclusione di un lustrascarpe e del suo cliente.
In realtà non sembra proprio così perché già Hippolyte Bayard, nel 1837, aveva affermato di aver realizzato dei suoi ritratti fotografici, che purtroppo sono andati perduti.

Ma un precedente, questa volta documentato da immagine, è da attribuire allo stesso Louis Daguerre che, nel 1834, aveva fotografato Pont Neuf, sempre a Parigi, con la statua equestre del re Enrico IV di Francia: sulla sinistra dell’immagine si possono scorgere due persone sdraiate, appoggiate alla recinzione dell’aiuola che circonda il basamento della statua.

Nella foto del Boulevard du Temple vengono indicate, come prime persone fotografate solo il lustrascarpe e il suo cliente.
Secondo alcuni studiosi, che hanno analizzato la foto, potrebbero intravedersi anche una donna con un passeggino e un viso alla finestra, ma i contorni non sono definiti, in particolare quello della donna sembra confondersi con uno dei piccoli alberi del viale, mentre il passeggino potrebbe essere invece un piccolo trasporto per gli arnesi del lustrascarpe che lavorava a poca distanza.
A quasi due secoli di distanza l’immagine del Boulevard du Temple di Louis Daguerre continua ancora a far discutere.
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