In questo nuovo appuntamento di A-Focus intervisteremo il fotografo Fabrizio Catanzaro, classe 1981 di Torino.

Tra le sue passioni, oltre la fotografia, ci sono i libri, la natura e le scienze, il mare e il nuovo.

Fabrizio, qual è il tuo genere fotografico preferito?

La mia prima passione fotografica è quella per la fotografia Naturalistica.

Poi dal 2019, frequentando il corso di specializzazione professionale di Fotografia allo IED (Istituto Europeo di Design) di Torino, ho iniziato ad appassionarmi anche alla fotografia di Architettura e Territorio.

Ho provato un po’ tutti i generi fotografici, grazie ai vari corsi seguiti e anche a qualche piccolo lavoro fotografico che ho fatto negli anni.

Tuttavia, sicuramente i due generi citati prima sono i miei preferiti con i quali mi diverto di più a scattare.

folaga-con-pulcino

Qual è il tuo primo ricordo legato alla fotografia?

Uno dei primi ricordi fotografici è sicuramente quello legato ad una delle prima macchine fotografiche che ho utilizzato, una vecchia Polaroid della mia nonna materna.

Mi venne regalata intorno agli anni ‘90, usata forse 2 volte perché già allora non era molto pratico e sicuramente già un po’ costoso, almeno per me che ero ancora un bambino, comprare le pellicole istantanee.

Nel 2004 durante una vacanza a Gran Canaria, in Spagna, esplose la mia passione per la fotografia.

Tornai a casa con almeno una ventina di rullini da sviluppare e non so quante immagini digitali.

Decisi quindi di studiare la materia e di dedicarle più tempo e passione.

C’è un’artista a cui ti ispiri o che ritieni fondamentale nel tuo percorso?

Sia per quello che riguarda la fotografia naturalistica che quella di architettura prendo molti spunti da Instagram, social che utilizzo esclusivamente per condividere e prendere ispirazione per le mie fotografie.

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Per la fotografia naturalistica in particolare, tra gli artisti che più mi ispirano a continuare e migliorare ci sono sicuramente il fotografo torinese Renato Valterza.

È il primo professionista del settore che ho incontrato e dal quale ho imparato durante un workshop universitario le prime tecniche fotografiche.

Ci sono poi la fotografa statunitense Ami Vitale e l’italiano Stefano Unterthiner.

L’elenco sarebbe ancora lungo, ma sicuramente loro sono i tre che mi hanno ispirato e ai quali ancora guardo maggiormente come esempi.

Per la fotografia di architettura e territorio sicuramente di grande ispirazione è stato (ed è ancora) il fotografo torinese Fulvio Bortolozzo, uno dei miei insegnanti allo IED.

Tra i grandi del passato fra i miei preferiti ci sono sicuramente il francese Eugène Atget e la statunitense Berenice Abbott.

C’è una fotografia iconica che vorresti aver realizzato tu?

Sono tante le fotografie che avrei voluto realizzare, ma sicuramente la foto di Ami Vitale nella quale un ranger del Sudan dà l’ultimo saluto all’esemplare maschio di rinoceronte bianco che lui e i suoi colleghi proteggevano giorno e notte perché ultimo della sua specie.

È in assoluto una delle mie foto preferite e che avrei voluto tanto scattare.

Raccontaci, invece, qual è il tuo scatto che ti ha dato maggiore soddisfazione.

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La foto, o meglio la serie di foto che più mi hanno dato soddisfazione appartengono al mio progetto monumenTO.

Realizzato come lavoro finale da presentare al corso IED, si tratta di una serie di fotografie sulla mia città, Torino, dove ho utilizzato soggetti diversi da quelli che normalmente avrei fotografato.

Ho deciso quindi di raccontare a modo mio la città attraverso ritratti ai monumenti dei personaggi storici che in qualche modo sono stati importanti per l’Italia.

Ha avuto un discreto successo il progetto, che ancora non è finito, (le fotografie stanno aumentando devo solo trovare tempo e voglia di caricarle sul sito!) sia tra gli insegnanti e compagni/compagne di corso sia all’esterno della scuola, ed ho ricevuto proposte di pubblicazione di un libro una volta terminato.

Ma più di tutti ha soddisfatto me che sono sempre molto critico con le mie immagini, soprattutto quando provo soggetti e generi differenti dai miei abituali.

Parlaci un po’ della tua attrezzatura!

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Come corpo macchina utilizzo una mirrorless Sony Alpha 6000 e una compatta professionale Canon PowerShot G5 X Mark II, comodissima per stare leggeri durante un viaggio o anche solo per una passeggiata in centro città.

Gli obiettivi che utilizzo con la mirrorless sono:

  • Sony 16-50mm
  • Sony 70-210mm
  • Sony 90mm macro
  • Tamron 70-300mm con adattatore
  • Nikon 18-70mm con adattatore
  • Sigma 150-600mm

Ho un flash a slitta Yongnuo YN 467-II, un flash ring Fositan per la fotografia naturalistica macro, e un treppiede Manfrotto.

Infine utilizzo anche la DJI Pocket 2 (video/fotocamera), un’action camera Apeman e un drone DJI Mavic Mini.

Che consiglio daresti a chi si affaccia oggi per la prima volta al mondo della fotografia?

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Consiglio di non pensare troppo all’attrezzatura, quella aumenterà e migliorerà col tempo in base al tipo di fotografia che vorrete fare.

Quello che a me ha aiutato molto è stato studiare le tecniche base e avanzate della fotografia e le immagini di altri fotografi sia del passato che contemporanei.

Poi di prendere tutte queste nozioni e stravolgerle anche creando tecniche e stili personali.

Ma soprattutto consiglio di scattare tante fotografie, provare generi diversi e di confrontarsi molto con altri fotografi anche accettando critiche e consigli che possano aiutare per migliorare.


Fabrizio Catanzaro SelfPortrait

Puoi trovare Fabrizio Catanzaro su:

IG  Sito

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