A bordo del RMS Titanic, 10-11 aprile 1912
Questa mattina il transatlantico è partito dal porto di Southampton per iniziare il suo viaggio oltre l’oceano: prossimi scali Cherbourg, in Francia, e Queenstown, in Irlanda, poi il mare aperto fino a New York.
Sulla nave, tra le migliaia di passeggeri e personale di bordo, è salito anche il gesuita Francis Browne, grazie al biglietto regalatogli da suo zio Robert, vescovo di Cloyne.
Sbarcherà il giorno seguente a Queenstown, per poi rientrare a Dublino dove frequenta il secondo anno di studi teologici.

È molto emozionato, è il suo primo viaggio per mare ed è anche una buona occasione di scattare fotografie interessanti durante il suo pur breve viaggio.
Francis ha sempre avuto la passione della fotografia, fin da ragazzo, e stamattina ha scattato foto già dalla stazione di Waterloo, a Londra, dove grazie al Titanic Boat Train ha raggiunto il porto d’imbarco.
Salito a bordo, è andato subito nella sua cabina, prima classe A37 sul Ponte Promenade, ha lasciato il bagaglio a mano, e con la sua fotocamera ha iniziato ad esplorare quella meraviglia della moderna tecnologia navale.
Scatta fotografie dovunque e a chiunque, i passeggeri in coperta a salutare Southampton che si allontana sempre più, l’equipaggio alle prese con le manovre; entusiasta, percorre la nave, sale e scende le scalette, entra nei locali di servizio, in sala lettura e in palestra, dove fotografa l’istruttore McCawley, in tuta bianca seduto al vogatore.
Nel ristorante prende la prima colazione insieme alla numerosa famiglia Odell, e una coppia di facoltosi americani; questi ultimi trovano piacevole la sua compagnia e gli propongono di allungare il viaggio fino a New York, naturalmente a loro spese.
Francis è al settimo cielo, già emozionato per quel breve viaggio, figurarsi arrivare in America, dall’altro lato dell’oceano!!!

Però deve chiedere il permesso al padre provinciale; perciò si alza in fretta diretto alla Sala Marconi per inviare un messaggio al suo superiore, grazie all’ufficiale radiotelegrafista Jack Phillips.
Con l’ansia nel cuore in attesa della risposta, ora è sul Ponte Promenade dove sta fotografando il maggiore Archibald Butt, chiuso nel suo cappotto militare nero, sopra l’uniforme dell’esercito americano.
Poco più in là vede la scena di un bambino che gioca con una trottola: è il piccolo Robert con il padre Frederick Speden.
Francis è affamato di scatti, forse in fondo alla mente pensa che il permesso gli verrà rifiutato, così riprende a fotografare il più possibile, ben sapendo che l’arrivo a Queenstown è per domani in tarda mattinata: deve sbrigarsi, non ha molto tempo per raccontare con le immagini il primo viaggio del Titanic!!
Continua l’esplorazione del transatlantico.
Sul ponte delle imbarcazioni, vicino alla palestra, incontra un passeggero dalla statura imponente: gli sembra una persona conosciuta, rassomiglia a Jacques Futrelle, autore di gialli di fantascienza.
Forse è lui, forse no, Francis decide di fotografarlo ugualmente, lo scrittore americano lo vede e si mette in posa, proprio davanti alla lancia di salvataggio Liverpool.

È ormai quasi sera, forse è arrivata la risposta dal suo padre provinciale.
Francis si reca di nuovo alla Sala Marconi, dove trova l’ufficiale in seconda Harold Bride, che gli consegna il ‘marconigramma’ appena arrivato.
Prima di uscire, per leggerlo con calma, scatta una foto che riprende la strumentazione innovativa della sala di trasmissione, con l’operatore di nuovo al lavoro con le cuffie indossate.
Con un po’ di ansia, mista a speranza, apre finalmente il messaggio e legge parole che non avrebbe voluto leggere: “Scendete da quella nave!!!”.
Il superiore lo rivuole a Dublino, d’altra parte i quattro giorni di permesso stanno per scadere.
Non è contento di quella risposta ma, legato al voto di obbedienza, si prepara mentalmente alla conclusione di questa splendida avventura, più tardi preparerà le valigie.

Però ha ancora il tempo di fotografare il capitano Edward Smith, l’ingegnere William Parr e numerosi altri passeggeri, però di terza classe e quindi a lui sconosciuti.
La notte è trascorsa tranquilla e in tarda mattinata il Titanic è già in vista del faro di Roches Point, al largo del quale il transatlantico ha gettato le ancore, è troppo grande per entrare nello stretto canale che conduce fino alla città.
Si sono già affiancate allo scafo le piccole imbarcazioni che devono caricare le merci da portare a terra: le operazioni fervono, e Francis scatta ancora qualche foto.
Appena dopo pranzo arrivano le due lance Ireland e America, con altre merci, bagagli e i passeggeri diretti a New York che devono salire a bordo.
Invece dal Titanic sbarcano solo sette persone: padre Francis, la famiglia Odell e Thomas Barker, fotografo del Cork Examiner.
Mentre sale sulla lancia Ireland, Francis rivolge un ultimo sguardo indietro e scatta la sua ultima foto al transatlantico, pensando a quante altre ne avrebbe potuto realizzare nel viaggio fino a New York.
Il padre provinciale gli aveva infranto un sogno.
Invece, ma questo lo saprà solo giorni più tardi, di sicuro gli aveva salvato la vita.
* * *
Quello che avete appena letto è il racconto delle ultime foto a bordo del Titanic prima dello scontro con un iceberg nelle prime ore del 15 aprile 1912, almeno quelle scattate da padre Francis Browne, nel suo viaggio della durata di poco più di un giorno.

In realtà altri due passeggeri, sbarcati nel porto di Queenstown insieme a Browne, avevano scattato delle foto: Thomas Barker, giornalista del Cork Examiner, e Kate Odell, che viaggiava insieme alla sua famiglia.
Le immagini di Browne, poco meno di un centinaio, ebbero però maggiore visibilità e diffusione perché l’autore, dopo aver saputo del disastro, pensò bene di proporle a varie testate giornalistiche con cui fecero il giro del mondo.
Per il resto della sua esistenza continuò a fotografare sia durante la Prima guerra mondiale, sia nei suoi viaggi nei diversi continenti per conto della Compagnia di Gesù, raccogliendo un archivio di circa 42.000 scatti, grazie alle pellicole gratuite offerte dalla Eastman Kodak; collaborò anche alla rivista The Kodak Magazine.
Alla sua morte le foto rimasero dimenticate fino a quando, nel 1985, vennero scoperte da padre Edward O’Donnel, negli Archivi dei Gesuiti d’Irlanda.
Da questo grande ‘tesoro d’immagini’ furono realizzati almeno venticinque libri fotografici, tra cui Father Browne’s Titanic Album, con le foto della prima parte del viaggio inaugurale del transatlantico.
PS: non è conosciuto il nome e il tipo della fotocamera usata da Francis Browne; alcuni propendono per la Vest Poket Kodak, che con il suo soffietto era pratica e maneggevole da portare in viaggio (veniva chiamata anche “la fotocamera dei soldati” perché prendeva poco spazio nello zaino militare).
Questo apparecchio, però, venne immesso sul mercato americano nell’aprile del 1912, negli stessi giorni del viaggio del Titanic: sembra perciò poco credibile che Browne possa aver avuto a disposizione una fotocamera appena uscita negli Stati Uniti.
Si può pensare quindi, vista la successiva collaborazione con la Eastman Kodak, che possa aver utilizzato una loro fotocamera della serie Brownie, il cui primo esemplare venne prodotto a partire dal febbraio 1900.
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