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Una foto, una storia: Le ballerine di Edgar Degas

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Le ballerine di Edgar Degas

Parigi, un giorno qualsiasi di fine Ottocento – Le ballerine di Edgar Degas

Ultimamente mia moglie si è appassionata a questa nuova maniera di dipingere.

Come la chiamano? Ah, sì: “impressionismo”.

In realtà non è proprio nuova, è già qualche decennio che se ne parla, però, anche se ormai sembra una tecnica accettata, fa ancora discutere l’opinione pubblica parigina e di tutta la Francia.

Mia moglie dice che tutti conoscono gli “impressionisti” e lei no: che figura ci fa nei salotti, quando si incontra con le amiche?

Se le chiedono qualcosa, se ha visto i quadri di questi pittori, cosa può dire?

Non può fare una brutta figura lei, è la moglie del signor direttore dell’Opéra di Parigi.

Così, oggi, mio malgrado, mi ha costretto a seguirla ad una mostra impressionista.

Però, devo dire che non sono poi tanto male, questi quadri, certo non è la pittura classica, quella sì che è arte…

Ho sentito alcuni visitatori fare il nome di un pittore, che dicono sia molto bravo.

Quattro ballerine in blu - Edgar Degas

Si chiama Degas, Edgar Degas… Ho già sentito questo nome, qualcuno me ne ha parlato recentemente, ma chi? A proposito di che? Bah, mi verrà in mente.

Ma questi quadri… queste figure… queste sono le nostre ballerine, le ballerine dell’Opéra… e l’autore è proprio quel Degas!!!

Degas, Degas, Degas, ecco chi mi ha parlato di Degas: è stato il custode!!!

Qualche giorno fa mi ha segnalato che da parecchio tempo monsieur Degas viene a vedere le prove di ballo delle nostre ragazze, portando con sé un apparecchio fotografico e scatta delle fotografie.

In realtà non dà fastidio e le ragazze lo hanno accettato come una persona amica, però lui, sempre il custode, ha paura che poi Degas vada a vendere le sue fotografie a qualche vecchio sporcaccione pornografo.

Effettivamente, nei loro abiti di scena, le nostre ballerine non lasciano molto all’immaginazione, con quelle spalle nude e le gambe completamente scoperte…

Non conosco personalmente questo monsieur Degas, però dai quadri che dipinge non posso pensare che fotografi le ballerine per le loro nudità, le ragazze se ne sarebbero accorte e sarebbero venute a reclamare da me in direzione.

Tre ballerine - Degas - foto

Credo invece che voglia fissare l’immagine delle loro pose e dei loro atteggiamenti per poi dipingere i quadri: è molto più facile così che portarsi tutte le ballerine nel suo atelier!!!

E poi, la tecnica fotografica serve proprio a rappresentare la realtà, mentre i quadri devono raccontare le emozioni, o le “impressioni”, come dicono i pittori di questa nuova corrente artistica.

Comunque, io non ho mai visto una sua fotografia, ma i quadri delle nostre ballerine sono veramente belli, anche se, secondo il mio parere di semplice appassionato d’arte, dovrebbero essere ritratte mentre stanno ballando, in una posa più classica, più plastica, più… come dire… più tersicorea, ecco.

Invece lui le fotografa durante le prove oppure mentre riposano fra un esercizio e l’altro, o ancora quando ascoltano le parole dei loro insegnanti.

Devo dire che lo stile di monsieur Degas, non mi dispiace, anche se lontano dalla classicità di altri pittori ben più famosi.

Pittore-degas

Però, in fondo racconta la fatica di queste ragazze volenterose e caparbie, disposte ad ogni fatica per diventare ballerine del Ballet de l’Opéra National de Paris, la compagnia di danza classica più conosciuta d’Europa.

Devo ammettere che, con i suoi quadri, monsieur Edgar Degas sta rendendo un ottimo servizio alla nostra istituzione, raccontando nei suoi quadri il duro lavoro delle nostre giovani danseuses.

Un grande prestigio per loro, per me che dirigo l’Opéra, per i signori insegnanti, per tutto il personale impiegato e naturalmente… pour la France!

Chissà se anche le fotografie che scatta durante le prove sono all’altezza dei quadri.

Un giorno o l’altro dovrò andare a visitare il suo atelier.

* * *

Il racconto che avete appena letto mi è stato suggerito da un articolo sul web che parlava dell’utilizzo della fotografia per riprendere dei soggetti da dipingere successivamente, quasi un comodo promemoria per lavorare più facilmente in studio.

In realtà, anche prima dell’avvento della fotografia, alcuni pittori utilizzavano degli strumenti ottici per disegnare dei bozzetti da cui poi trarre il quadro definitivo.

Un esempio è Antonio Canal (1697-1768), più conosciuto come Canaletto, che si serviva di una camera oscura portatile per realizzare quelli che chiamava “scaraboti”, scarabocchi.

Si trattava di una “scatola” in legno munita di una lente sul davanti e di uno specchio che rifletteva i soggetti su un vetro, e di conseguenza sul foglio che vi era poggiato sopra: al pittore era sufficiente seguire il contorno dell’immagine per ottenere una copia abbozzata.

camera ottica oscura

Nell’Ottocento a pochi anni dall’invenzione della fotografia, il compito sarà ancora più semplice e molti pittori utilizzeranno la nuova tecnologia per fissare la “memoria” di un soggetto, molto utile per i paesaggisti che potevano lavorare tranquilli nel proprio studio, invece di passare troppo tempo all’aperto.

Tra questi, Claude Monet che prese spunto da una foto dei fratelli Bisson per la sua Cattedrale di Rouen (1894) e Camille Pissarro che dipinse la Foresta a Marley (1871) da uno scatto di Eugène Cuvelier (1837-1900), pittore e fotografo dilettante che amava riprendere i boschi in differenti condizioni atmosferiche.

Proprio da una foto di Cuvelier, Paul Cézanne dipinse il suo olio su tela Neve sciolta a Fontainebleau (1879-1880).

A partire dal 1895, se non prima, anche Degas si servirà della fotografia, ma riprendendo di persona i soggetti che più gli interessavano, in modo particolare le ballerine dell’Opéra, i loro movimenti durante le prove, i momenti di riposo, la luce del palcoscenico.

Spesso combinava immagini di scatti differenti, raccogliendone poi i soggetti in un quadro unico, come le Quattro ballerine in blu, pastello realizzato intorno al 1897 e conservato al Museo Puškin di Mosca.

Le fotografie utilizzate da Degas erano stampate da Delphine Tasset, figlia di Guillaume, amico del pittore e proprietario di un negozio di materiale per le belle arti, nei pressi dello studio di Degas stesso.

In una corrispondenza fra i due amici, nell’estate del 1895, Degas faceva richieste sugli ingrandimenti delle sue foto, sul loro contrasto, o sulla carta da usare.

Spesso chiedeva suggerimenti su come scattare foto migliori, lagnandosi della sua poca esperienza nella tecnica fotografica.


Che ne pensi della storia de Le ballerine di Edgar Degas?

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