C’è un motivo per cui ultimamente si parla tanto e si discute tanto sulla “street”, la fotografia di strada:

Uscire in strada, lasciarsi emozionare dal quotidiano, è una cosa alla portata di tutti.

Non serve una grande attrezzatura, per praticare la “street”, non serve neanche organizzarsi con chissà quale anticipo o progettare nel dettaglio l’uscita fotografica.

Basta scendere in strada, essere curiosi, e cercare di vedere (per poter poi raccontare) qualcosa di insolito nell’ordinario scorrere del quotidiano.

La fotografia di strada è un modo di parlare, un modo di essere, un modo di porre l’accento della nostra osservazione su qualsiasi cosa ci circondi.

Dal ritratto all’astrattismo, sono tante le varianti con cui si può interpretare questo tipo di fotografia.

E’ sbagliato pensare di dover andare in un certo posto o in una tal città per poter fare della buona “street”.

Indubbiamente vi sono posti ove è più facile sentirsi subito a proprio agio o liberarsi di qualche inibizione di troppo, ma questo non ha nulla a che fare con il fare o non poter fare questo genere fotografico.

I grandi autori, padri del genere, si sono mossi nei loro ambienti nativi perchè lì erano di casa e lì trovavano gli argomenti a loro più congegnali. Ma si può fare ottima fotografia di strada a New York come nella contrada di campagna.

La si può praticare ovunque, quindi, e anche con qualsiasi mezzo fotografico, dallo smartphone all’ultimo ritrovato in fatto di macchine fotografiche.

La parola d’ordine, quando si è in strada, e si fotografano situazioni e persone, non è furtività, come molti credono, ma mimetismo: esserci, come parte del tutto, non come qualcuno che sta commettendo qualcosa di “furtivo”.

Immedesimarsi, immergersi completamente nella situazione fino a diventarne quasi parte e non un elemento fuori posto.

Parlare con le persone, ridere, sorridere, sentirsi e far sentire gii altri a proprio agio è il vero lasciapassare che permette di andare più vicino al nostro soggetto, alle nostre storie.

Ci serve:

  • una macchina fotografica,
  • un block notes,
  • una borsa a tracolla delle dimensioni giuste,
  • una buona tracolla o un laccio da polso,
  • un piccolo kit di pulizia (le ditate sono all’ordine del giorno quando si maneggia velocemente la fotocamera).

Personalmente adoro la mia Blackrapid in queste occasioni: ho sempre la macchina a portata di mano e una grande operatività e libertà di movimento.

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