Abbiamo intervistato il Product Manager di Fujifilm Riccardo Scotti, che ci ha raccontato quella che è la filosofia che sta seguendo Fuji con la sua GFX 100.

A grandi linee, la filosofia di Fujifilm, sta seguendo due strade:

  • Quella della serie X con sensori APS-C, in grado di garantire una massima portabilità
  • Quella della GFX, con l’utilizzo di un sensore ancora più grande, in grado di garantire la massima qualità possibile

A sua volta, Fujifilm GFX si divide in altre due categorie, quella da 50 e quella da 100 milioni di pixel.

Ma poniamo la nostra attenzione su GFX 100, la nuova arrivata per la serie GFX Fujifilm.

Per capire il percorso che ci ha portati al prodotto finale, risulta utile chiederci quali sono gli obiettivi che volevano raggiungere gli ingegneri Fujifilm.

L’obiettivo era quello di rendere GFX 100, una macchina da 100 milioni di pixel, un prodotto in grado di spazzare via le problematiche legate ai sensori di grande dimensione.

Parliamo quindi di problematiche legate a:

  • Eliminazione del micromosso
  • Problemi di operatività
  • Problemi di velocità e reattività della macchina

Quello che abbiamo davanti è un sensore di ultima generazione, con rilevamento di fase su tutta la superficie del sensore, con un sensore retroilluminato e stabilizzato sul corpo.

Sotto questo aspetto, 3 anni fa, GFX si trovava praticamente a partire da zero.

Questa è infatti la prima volta che viene inserito uno stabilizzatore su un sensore così grande, ma il risultato è senza dubbio soddisfacente.

Per la risoluzione del problema del micromosso presente con i sensori così grandi, Fujifilm ha voluto inserire uno stabilizzatore e ha lavorato su tutta la struttura legata all’otturatore.

Il vantaggio enorme di una Mirrorless, come la GFX 100, è quello di eliminare di per sé alcune vibrazioni tipiche delle Reflex, e quindi dello specchio.

Tuttavia questo non basta.

fujifilm GFX 100

A livello di struttura di otturatore, sono stati inseriti una sorta di ammortizzatori che aiutano appunto a eliminare le vibrazioni date dall’otturatore.

Si tratta di un otturatore a tendina che può lavorare meccanico oppure meccanico con la prima tendina elettronica.

Questo vuol dire sostanzialmente ridurre a metà le vibrazioni, perché è una tendina che si muove e l’altra invece rimane ferma e lavora in maniera elettronica.

Vi è anche la possibilità di scattare in maniera elettronica, chiaramente con le problematiche legate al rolling shutter.

Questa unione tra otturatore, studiato per ridurre le vibrazioni, e lo stabilizzatore nel corpo, permette a GFX 100 di essere utilizzata sia in studio sia in condizioni normalissime.

Il corpo della macchina è tropicalizzato, quindi può essere usato dai -10 °C ai 40 °C

La macchina ha la possibilità di memorizzare due memory ed è integrata con un vertical grip.

GFX 100 è dotata di due batterie, fattore importante per l’utilizzo di una largo formato anche in ambito video.

Perché questo?

Perché stiamo parlando di una 4K 4:2:2 in uscita HDMI a 10 bit.

Il sensore viene utilizzato in tutta la sua dimensione, andremo quindi a sfruttare le dimensioni massime del sensore.

Parliamo di dimensioni che sono 1,7 volte più grandi rispetto a un full frame.

Va sottolineata anche la compatibilità con Capture One.

Fujifilm inoltre dà la possibilità di montare, tramite l’acquisto di un adattatore, anche altri tipi di ottiche.

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