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Una foto, una storia: Le dieci ragazze in bikini – Elsa Haertter

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Piazza Armerina, Villa del Casale, un giorno del 1955 – Elsa Haertter.

Approfittando di questa bella giornata primaverile sono arrivato presto, qui alla Villa del Casale, per fare qualche disegno dei ruderi.

I custodi mi conoscono e mi fanno entrare senza problemi, basta che mi metto in un posto lontano da dove stanno lavorando, così non do fastidio.

Da sempre ho la passione per l’archeologia e infatti mi sono iscritto all’università proprio per trasformare questa mia passione in mestiere.

Poi, abitando a Piazza Armerina, non potevo non rimanere influenzato dalla presenza di questa imponente zona archeologica, conosciuta fino dal Settecento, ma molto trascurata nei secoli, con scavi non organizzati e razzie da parte di cercatori di antichità.

Fortunatamente da qualche anno la soprintendenza ha preso in mano la situazione e ha dato il via a lavori sistematici di recupero e sono stati raggiunti ottimi risultati.

Tre anni fa è arrivato in visita anche il re di Svezia Gustavo Adolfo, grandissimo conoscitore delle antichità italiane, che ha finanziato numerose campagne di scavo, partecipando anche di persona.

Le ragazze del mosaico e il bikini dell’antica Roma

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Adesso me ne sto tranquillo da un po’, a disegnare le colonne del peristilio, quando sento del trambusto che proviene dalla vicina Sala delle Dieci Ragazze.

È il posto che mi piace di più da disegnare per le splendide figure di nuotatrici, con quel nuovo costume da bagno che ho visto qualche volta sulle riviste di attualità sistemate in bella mostra nell’edicola del paese.

Mia sorella, che si interessa di moda, mi ha detto che è stato inventato da un francese una decina di anni prima.

Io, però, le ho risposto che poteva anche mettersi l’anima in pace perché già le atlete dell’antica Roma, per potersi allenare meglio, indossavano il subligaculum e lo strophium, una specie di mutanda e reggipetto, esattamente come il costume che portano le ragazze nel mosaico della Villa del Casale.

Incuriosito dal rumore, mi avvicino alla sala e vedo uomini e donne che parlottano fra loro portando delle attrezzature cinematografiche o fotografiche, non riesco a capire bene di che genere.

Poi arriva una ragazza bellissima e molto elegante, probabilmente un’attrice o una modella.

Una donna si stacca dal gruppo, dice alla ragazza di seguirla e insieme si allontanano.

Ritorna il silenzio, quasi un silenzio d’attesa, mentre gli uomini sistemano le loro attrezzature e le poche donne leggono dei fogli e sembrano prendere appunti.

Un’improvvisa scena da film

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Ecco che arriva la donna di prima, seguita dalla ragazza, adesso vestita solamente con un costume da bagno nero a due pezzi.

Uguale, identico, preciso a quello delle ragazze del mosaico!!!

Mi avvicino per osservare meglio e cerco anche di disegnare la scena, ma non sono abbastanza concentrato, mi distraggo mentre guardo, è comprensibile.

La donna, che ora porta al collo una macchina fotografica, dà alcune istruzioni alla modella, che prima inizia a muovere dei lenti passi di danza sul mosaico in punta di piedi, imitando una delle ragazze in bikini, poi si sdraia nella fascia inferiore del mosaico e poggia le mani in testa, in una posa plastica, quasi come quella della figura al suo fianco.

Per un attimo chiude gli occhi e sembra quasi ascoltare una musica lontana, proveniente dal passato, forse le voci delle antiche ragazze in bikini, forse cerca di assorbire l’eleganza dei loro costumi.

E per quanto mi riguarda ci riesce perfettamente, sono identiche, non c’è differenza!!!

Un ricordo indelebile

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Intanto la fotografa continua a scattare, senza accorgersi che da un’apertura nel muro si è affacciato uno degli operai.

Attirato dal trambusto, come me, ha voluto curiosare, e d’altra parte non potevamo lasciarci sfuggire una scena del genere.

Uno spettacolo unico, scommetto che stasera, quando lo racconterò al bar agli amici, non ci crederà nessuno…

Chissà se queste foto verranno pubblicate su qualche giornale, sarebbe un bel ricordo da tenere.

Anche perché una ragazza così bella non l’avevo vista mai.

* * *

Elsa Haertter: Una pioniera della fotografia di moda

Il racconto che avete appena letto trae spunto da una serie di fotografie scattate dalla fotografa tedesca Elsa Haertter (1908-1995), una delle più importanti degli anni del secolo scorso nel settore della moda.

Le foto erano state commissionate dal marchese Emilio Pucci, stilista e proprietario dell’omonima casa d’alta moda, per la collezione “Siciliana” della primavera-estate del 1955, composta da capi di abbigliamento che avrebbero segnato un’epoca: pantaloni al polpaccio, sandali aperti e camicie annodate in vita, praticamente la “divisa estiva” di Brigitte Bardot e di altre famose attrici del tempo.

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Il punto di forza era però il costume da bagno formato da due pezzi, una novità che da qualche anno provocava scalpore nell’opinione pubblica e il Vaticano l’aveva dichiarato addirittura “peccaminoso”.

D’altra parte Louis Réard, quando l’aveva creato nel 1946, aveva puntato sul suo carattere esplosivo chiamandolo “bikini”, in omaggio all’atollo del Pacifico, dove gli Stati Uniti stavano conducendo esperimenti nucleari.

Moda, Sicilia e mosaici: Un nuovo immaginario italiano

Ma il catalogo di moda della Maison Pucci ebbe anche il pregio di mostrare una Sicilia diversa dallo stereotipo turistico, valorizzando le bellezze artistiche accostate alla moda di quegli anni: il passato insieme al presente che stava già diventando futuro e le sue foto veicolarono le bellezze italiane in tutto il mondo.

Infatti, oltre all’antico mosaico della Villa del Casale di Piazza Armerina, per il catalogo Elsa Haertter utilizzò altri set fotografici di prestigio, come ad esempio il chiostro del Duomo di Monreale, con l’attrice romana Lilli Cerasoli (1932-2022) che indossava bluse, pantaloni lunghi e corti decorati con gli stessi disegni dei mosaici bizantini, ottenendo un grande successo commerciale negli Stati Uniti.

D’altra parte la fotografa tedesca non era un nome sconosciuto nel settore, avendo lavorato con altre prestigiose case di moda, come Roberta di Camerino, Luisa Spagnoli e Krizia, solo per citarne qualcuna.

Collaborò anche con le maggiori riviste del momento, Epoca, Burda Moden, Missoni, Sorelle Fontana e Grazia.

Tra il 1959 e il 1968, il direttore di quest’ultima la incaricò della realizzazione di numeri speciali della rivista, i “Viaggi di Grazia”, in cui Elsa raccontò in fotografia la moda, le tradizioni e le culture di tutto il mondo.

Fu anche la prima ad ambientare i suoi set fotografici in luoghi esotici e particolari, come appunto le fotografie scattate tra le bellezze naturali ed artistiche della Sicilia per la collezione di Emilio Pucci.


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