Bruna Pellegrino

35 anni
Milano
Fotografa di Architettura e Interni

Come è entrata la fotografia nella tua vita?

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Fin da piccola ero affascinata dall’arte e dall’architettura.

La macchina fotografica è diventata in modo molto naturale il mio modo preferenziale per esprimermi.

L’inizio vero e proprio è stato al sessantesimo compleanno di mia madre: mi ero fatta prestare una macchina fotografica e come regalo le ho fatto un album con le foto della festa.

Da lì ho scelto che avrei continuato sulla strada della fotografia.

Quali sono gli autori che hanno maggiormente influenzato la tua visione?

Rory Gardiner, Carlo Benvenuto, Alexander Gronsky e Wolfgang Tillmans.

Quest’ultimo per quanto riguarda i suoi still life.

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Penso che questi quattro fotografi abbiano delle caratteristiche comuni: ci sono pochissime figure umane nelle loro immagini, i colori sono desaturati e le immagini sono sempre molto ordinate, pulite e costruite compositivamente.

Che ruolo pensi ricopra la fotografia nel mondo attuale?

Penso abbia il potere di raccontare cosa accade e di veicolare il pensiero delle persone.

Inoltre la fotografia la vedo anche come una cura: si fotografa altro da sé per raccontare se stessi.

La fotografia è un racconto della società mediante l’occhio del fotografo, o del fotografo stesso.

Quanto pensi che l’attrezzatura sia importante per realizzare immagini?

Credo sia importante 7 volte su 10.

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Per fare architettura di interni un obiettivo decentrabile fa la differenza, così come dei buoni treppiede leggeri e affidabili.

Ma detto ciò, la base resta sempre l’occhio del fotografo e l’utilizzo della luce.

Cosa non deve mai mancare nel kit del fotografo?

Orologio e sveglia, l’orario giusto per fotografare è fondamentale nel mio lavoro.

Io ad esempio prediligo le luci di alba e tramonto, non amo particolarmente la luce del sole di mezzogiorno.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Lavorare nel Nord Europa, ad esempio in Germania o Danimarca, per studi di architettura locali che ammiro.

Mi piacerebbe anche vivere lì, hanno un approccio alla vita molto meno frenetico rispetto al nostro.


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